Di Allegri che pensa?
«Quando è stato deciso di cambiare corso dopo cinque scudetti mi è dispiaciuto. Al suo ritorno sembrava aver perso un po’ il passo, ma nella passata stagione, dopo la penalizzazione, è stato fondamentale: ha fatto da parafulmine e ha tenuto insieme la squadra in un anno molto complicato. Ultimamente, con quel ciclo di partite perse, anche lui come i giocatori aveva forse perso un po’ di lucidità. Ma capita».
E quest’Inter lanciata verso il titolo?
«Esprimono un gioco molto brillante e il merito è della qualità dei giocatori e di Inzaghi. Uno che avrei preso prima ancora che si spostasse all’Inter è Barella. Poi c’è Lautaro , un centravanti pazzesco che mette dentro tutto quello che gli capita a tiro. E Dimarco è un altro qualitativamente molto forte».
Un tifoso come Dimarco verrebbe alla Juve?
«In questa Juve no, ma magari tra qualche anno anche uno come lui potrebbe optare per la squadra con cui è più stimolante giocare, a prescindere dal resto. Credo che l’ultimo vero giocatore-tifoso sia stato Totti».
La sorpresa del campionato?
«Il Bologna. Credo che possa tenere questo passo fino alla fine, quando si innescano certi meccanismi sembra che tutto vada in discesa. E poi la Roma di De Rossi. Sono davvero contento per lui».
Ma lei perché è della Juve?
«Mio padre era simpatizzante e nelle Marche non c’erano tante squadre. Ma il motivo principale è un 45 giri con l’inno bianconero per cui impazzivo, ve lo posso cantare tutto: Juve Juve, il Comunale grida già, Juve Juve, è bianconera la città... ».
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