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Con l’inglese come va?
«A parte lo slang di Bromell, me la cavo. Qui lo imparerò bene, finalmente».
E in pista, quel che più conta?
«Non potrei chiedere di più. Sono in un gruppo di altissimo livello, con anche il canadese Jerome Blake, il giapponese Hakim Sani Brown, il lunghista connazionale Yuki Hashioka e il quattrocentista statunitense Trevor Steward. C’è così tanta qualità che di una ragazza da 10”92 nei 100 non sapevo manco il nome: è Shania Collins».
Che atmosfera si respira?
«Rilassata e simpatica: sappiamo che saremo rivali, ma c’è molta collaborazione. Ci si incita. Io sono l’ultimo a essere arrivato dopo le vacanze. Gli altri fanno già lavori seri, io a metà».
E i suoi problemi del passato?
«Mi sono chiarito le idee prima di scegliere: il caso è chiuso».
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