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Italia-Svizzera, Michelle Hunziker: “Tifo azzurri, segnano Insigne e Bonucci”

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Michelle Hunziker ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in vista di Italia-Svizzera: ecco le sue parole

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Michelle Hunziker ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in vista di Italia-Svizzera:

«I miei primi sedici anni li ho vissuti in Svizzera, ma ormai l’Italia è entrata nella mia anima, è veramente dura fare un pronostico. Ero un bambina, avevo 6 anni quando partii per la mia prima vacanza in Italia, a Gatteo Mare, con mia madre che guidava il Maggiolino rosso senza aria condizionata, e teneva pure i finestrini giù perché aveva i capelli cotonati, ma io ero felice per l’atmosfera che avrei trovato, il gelato al fiordilatte che in Svizzera non esisteva, le sale giochi, la musica… per me la Romagna era come andare alle Maldive. E ancora oggi ci torno volentieri».

E allora si sbilanci…

«E’ un casino, il cuore è diviso a metà, però ormai sono troppo affezionata all’Italia: sto per gli azzurri, ma diciamo che se vincesse la Svizzera non ci rimarrei poi così male».

Come vede la nostra Nazionale?

«Mi piace molto per l’entusiasmo, per il senso di appartenenza, per quello spirito di gruppo che è l’essenza dello sport di squadra. Il lato psicologico è fondamentale, si vede che stanno bene insieme, che si divertono, è importante quando si condividono tanti giorni in ritiro. Mi fanno pensare al Sanremo 2018, quando l’ho presentato al fianco di Claudio Baglioni e Pierfrancesco Favino, eravamo molto affiatati, sempre contenti, un bel trio».

Che idea si è fatta di Roberto Mancini?

«Non ci siamo mai incontrati, mi sembra una persona che va dritta all’obiettivo, sa quello che vuole. Gianluca Vialli, invece, l’avevo conosciuto in vacanza, una persona di grande intelligenza e valori incredibili, la loro amicizia che si espande nella squadra è un grande esempio per tutti».

Lei e il pallone

«Ho sempre giocato a calcio, sin da ragazzina, in porta o in attacco, l’importante era giocare, tiravo certe lecche! Simpatizzo per la Juve per i rapporti con la famiglia Agnelli che aveva anche appoggiato “Doppia Difesa”, la Onlus che ho fondato con Giulia Bongiorno contro la violenza sulle donne alla quale andranno gli incassi dell”Iron Bootcamp”».

Che cosa le ha dato la Svizzera?

«Sin da bambina la disciplina e la consapevolezza che nulla è facile e scontato, che bisogna darsi da fare per raggiungere ogni minima cosa. Mi ha anche insegnato ad amare lo sport perché da noi c’è lezione di educazione fisica ogni pomeriggio sin dalle elementari, e si faceva pure la doccia. Lo sport è fondamentale per la mia vita, non per l’estetica, quella è l’ultima cosa, ma per il sacrificio e la dedizione che impone, anche quando pensi di non farcela puoi riuscirci se ti impegni, lavori e ti alleni. Un concetto che aiuta moltissimo nella vita».

Che cosa le ha dato l’Italia?

«Voi venivate a fare il pieno da noi, ma il pieno l’ho fatto io nel vostro Paese. L’Italia mi ha dato lavoro, famiglia, certezze, pubblico, tutto. Le vostre bellezze le vedo con gli occhi della straniera, ho fatto un tour in Sicilia, cattedrali inestimabili, Napoli mi ha conquistata, nonostante le restrizioni che ci sono state non ho voglia di viaggiare, rimango qua».

E allora chi segna questa sera?

«Non sono così esperta, ma qui c’è Marco Francone, uno dei professori di educazione fisica di “Iron Bootcamp” che mi suggerisce. Ecco, mi dice Insigne con un tiro a giro e Bonucci su calcio d’angolo: non succede, ma se succede sai che ridere!».

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