Cosa la fa ridere?
«Per ridere, mi devono sorprendere. Anche per deformazione professionale so come vanno a finire certi sketch. E ho scoperto che il pubblico ride per i dettagli. Mi dicono: “In Boris mi sganascio dalle risate quando ti parlano e tu ti gratti l’orecchio”. Vai a capire».
Sente nostalgia della satira?
«Sì. Maurizio Crozza è bravo. Ma per me non è più una cosa così eccitante, non farei salti di gioia se dovessi imitare Sangiuliano o Valditara. Prima avevi giganti da buttare giù».

Un consiglio a Elly Schlein?
«Oddio. Gli altri comunicano in modo più semplice e diretto rispetto alla sinistra. Schlein arriva più sghemba, ma ripensando a come è partita mi sembra disposta a correggersi. A volte le priorità ideali devono venire dopo quelle reali, penso all’economia e al lavoro».
Il legame con suo padre e le sue sorelle?
«Papà lo sento regolarmente, i miei genitori cominciano ad avere un po’ di acciacchi. Lui è un vecchio leone, il cervello è sempre affilato, mi piace leggerlo. Il rapporto con Sabina e Caterina è ottimo, purtroppo ci vediamo poco».
Che rapporto ha con i social?
«Molto prudente. Li tengo per scambiare qualche idea, come vetrina, ma non parlo mai di politica. Sul profilo Instagram riposto vecchie cose, e accontento le richieste: “Ci rimetti Vulvia col ghepardo?”» .
Con chi vorrebbe lavorare?
«Con Elio Germano, Luca Marinelli e tanti altri. Mi piacerebbe fare cinema, purtroppo mi chiedono sempre di fare gustosi camei e niente di più.
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