Ha parlato della sala operatoria come di un campo da tennis, della malattia come un avversario. Ha chiuso il match esultando...
"Mai esultare. Fino a che la partita non è finita. Questa è sempre aperta, ma possiamo dire di essere in vantaggio".
Ora come vive la quotidianità?
"Quando ti danno una diagnosi come la mia, l’esistenza ti cambia in mezzo secondo. Grazie allo sport ho imparato a vivere il momento, a pensare punto per punto. Mi sento tanto fortunata e sento di essere riconoscente con la vita. Adesso vedo ogni momento come prezioso. Sa una cosa?".
Prego.
"Come sportivi, ma anche nella vita di tutti i giorni, siamo portati a pensare all’obiettivo da conquistare. Adesso sono sempre orientata verso il traguardo, ma godendomi un po’ di più il viaggio, il processo, la conquista, voglio assaporare tutto. Ogni tanto è importante fermarsi, guardare indietro, vedere tutta la strada fatta e dirsi: brava".
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