La cosa più complicata?
"Non è l’ideale con una famiglia. È difficile, ma fa parte della vita Nba, funziona così. Un’annata particolare".
Quanto giocherà ancora?
"Finché sento di stare bene. Ho ancora la voglia di giocare di quando ero piccolo. Non so quanti anni ma sento che ho ancora da dare alla pallacanestro".
E dopo il basket giocato?
"Anche questo non lo so, però mi piacerebbe restare nell’ambiente Nba, fare parte di una franchigia. Non da tecnico, più a livello manageriale".
Quindi negli Stati Uniti?
"Sì, il mio futuro e quello della mia famiglia è là".
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