Per fortuna, visto come è andata alla successiva Olimpiade.
"Ammetto che la paura, una volta arrivata a Rio, era tanta. Ho lavorato a livello mentale per allontanare quei pensieri. Giorno dopo giorno. Se mi guardo indietro, però, devo dire che il quadriennio 2012/16 è stato ricco di soddisfazioni e di medaglie".
Com’è stato il rapporto con Tania Cagnotto?
"Tania era il mio riferimento. Inizialmente sentivo l’onere di lavorare con lei. Per alcuni aspetti mi sentivo molto simile ma, con il tempo, ho capito che eravamo tanto diverse. Ci siamo aiutate, completate".
In quali aspetti vi siete reciprocamente migliorate?
"Lei è stata un esempio per il rigore e la forza con cui affrontava le gare. Io credo di averla aiutata a esprimere una parte emozionale che teneva più nascosta".
Lei invece la nascondeva meno?
"Io spesso piangevo prima di andare sul trampolino. Era il mio modo per liberarmi dell’energia negativa e dei brutti pensieri. Non è stato semplice accettare questa necessità. Anche nell’ottica della compagna che doveva assecondarmi in una situazione di questo tipo. Ma Tania aveva capito che ne avevo bisogno per dare il meglio".
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