Così è diventato commentatore televisivo però garbato, non di quelli che le sparano enormi soltanto per farsinotare.
«La mia cifra è l’ironia, e ancora di più l’autoironia. Mi è sempre piaciuto prendermi in giro, me l’hanno insegnato il gruppo e lo spogliatoio. A volte una battuta può essere più utile di mille discussioni. Come quando Moggi venne al campo d’allenamento con Giraudo e Bettega, noi in quel momento non stavamo andando benissimo, così il direttore chiese al povero Gian Piero Ventrone cosa stesse accadendo. Gianpi rispose: “Stiamo mettendo la benzina nel motore”. Allora io mi alzai e dissi “Ehi, prof, non è che ci stai mettendo gasolio?” Poi, per carità, anche incazzarsi di brutto può servire».
Lei ha fatto tivù anche in “Pechino Express”: non si è sentito fuori ruolo?
«No, e perché? È stata una bellissima esperienza condivisa con mio figlio, una cosa molto formativa. Io, l’avventura vera non l’avevo mai conosciuta e lì te la devi cavare senza nessun aiuto».
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