Qual è stata la sua "tappa del cuore"?
"Ne ho vissute tante in prima persona: è difficile dimenticare quella di Napoli. Sarà stato il fatto che i partenopei avevano appena vinto lo scudetto ma in Campania ho trovato un'energia unica. Ho notato che ovunque si attende con ansia il passaggio del Giro d'Italia ma quella volta, a Napoli, fu pazzesco".
L'aspetta qualcosa di nuovo quest'anno?
"Oltre al ruolo di madrina, sarò anche inviata sul campo per raccontare il backstage della corsa a tappe. Intervisterò chi vive il Giro dietro le quinte e, forse, parteciperò anche al Giro E (una e-bike experience che si svolge nei giorni e sulle strade della corsa rosa) con la telecamera sul casco".
Più bello il trofeo del Giro d'Italia o la Coppa dello Scudetto vinta dall'Inter?
"Il campionato come il Giro d'Italia, è una corsa a tappe verso la gloria. I due riconoscimenti sono ugualmente importanti. Io però trovo una differenza enorme: quello del ciclismo, unisce tutti i nostri connazionali. Quello del calcio, purtroppo, divide a causa del tifo".
Ha festeggiato il successo dei nerazzurri?
"Per la prima volta da quando vivo a Milano non sono andata a vedere dal vivo il derby. Ho preferito stare con i miei cari. Ma domenica sarò a vedere la gara contro il Torino e ne approfitterò per fare i complimenti alla grande famiglia dell'Inter".
Tra i giocatori, chi mette sul podio in questa stagione?
"Meriterebbero tutti di stare sul gradino più alto del podio. Ma se proprio devo dire tre nomi, scelgo Lautaro Martinez, Marcus Thuram e Benjamin Pavard".
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