Un oro storico, il primo nella storia della pallavolo femminile alle Olimpiadi. Quello che hanno fatto Egonu e compagni a Parigi 2024 non sarà dimenticato, con un percorso netto (tutte vittorie per 3-0 tranne all'esordio contro la Repubblica Dominicana, battuta comunque 3-1) e con un trascinatore come Velasco in panchina. Paola Egonu ha rilasciato un'intervista a Repubblica nel corso della quale ha lasciato trasparire le sue emozioni.
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Oro Volley a Parigi, Egonu: “Il giorno più bello della mia vita, indescrivibile”
Paola Egonu, cosa le disse suo nonno, mancato nel 2021, quando lei era piccola?
«Mi ha sempre seguita, mi ha educato in un certo modo e mi ha detto che un giorno avremmo vinto».
È diventata campionessa olimpica con una finale magnifica: è il momento più felice della sua vita?
«Sì, è la giornata più bella. Abbiamo vinto il torneo che tutti gli atleti sognano, e avere accanto la mia famiglia, il fidanzato, gli amici che mi sostengono è stupendo».
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Provi a raccontare questi momenti.
«Un’emozione indescrivibile, sono incredula, fierissima del percorso che abbiamo fatto. Non me ne sono resa ancora conto, ma presto sarà tutto più chiaro».
Già, il percorso, com’è stato?
«Siamo partite da non qualificate, dovevamo riuscirci in Nations League e l’abbiamo fatto, siamo arrivate in finale e abbiamo vinto, lì è iniziato il cammino che ci ha portato fino a qui, ci siamo concentrate partita dopo partita, punto dopo punto, senza mai pensare a quel che poteva essere o poteva essere stato».
Che significa aver portato in Italia un titolo olimpico?
«È qualcosa di indescrivibile che il nostro movimento italiano stia funzionando in questo modo, dobbiamo continuare così».
E per lei invece che significato ha?
«Vale tanto: vale essere riuscita a rialzarmi (dopo le polemiche della scorsa estate e la rinuncia al preolimpico, ndr )per intraprendere un’altra avventura con questa squadra».
Quanti meriti ha Julio Velasco?
«Tanto di quest’oro è merito suo, è stato bravo a unirci tutte e costruire quella squadra che mancava da un po’ di tempo. È riuscito a creare un gruppo, a mettere insieme le qualità di ogni atleta per saper affrontare anche le difficoltà».
Velasco le ha tolto un po’ di pressione di dosso?
«Sì».
Quando hai capito che stavate costruendo qualcosa di magico?
«Dai primi giorni, dalla tranquillità con cui abbiamo vissuto quest’estate, da quanto si stava bene insieme, aiutandosi nelle giornate più buie».
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