E l’invidia nei tuoi confronti, l’avverti?
"Il problema è che viviamo nell’epoca dei social, che abbondano di commenti non proprio bellissimi. Il tema è che poi magari quelle persone che ti scrivono quei commenti sono le stesse che nella realtà ti chiedono una foto o un saluto".
Come riesci a conciliare l’essere mamma e lavoratrice? Tuo marito, il portiere tedesco Loris Karius, ti dà una mano, oppure, con la scusa che il giorno dopo ha la partita, si chiude in camera e dorme mentre alla bimba pensi tu?
(ride) "Vivendo regolarmente a distanza, quando siamo insieme in realtà Loris è presente al 200%, anche se ha la partita. Così è stato qualche settimana fa. Io e Aria eravamo in Germania, dove Loris doveva giocare col suo Schalke 04. Insomma, abbiamo dormito tutti insieme e ci ha tenuto moltissimo che la bimba dormisse con lui. D’altra parte, ora che Aria sta crescendo, la porto spesso con me. Quando vede un pallone impazzisce, calcia già bene, ha un destro fortissimo. L’ho portata anche allo stadio, si è divertita tanto, magari sarà una calciatrice oppure farà il mio mestiere, chissà… Ci tengo tanto che lei veda che la mamma lavora, che ha degli impegni, sono cresciuta così anch’io".
Se potessi scegliere un talento al di fuori del tuo ambiente di lavoro, quale ti piacerebbe avere?
"Mi sarebbe piaciuto cantare e ballare, essere cioè una pop star, oppure diventare una calciatrice che segna il gol decisivo al Mondiale. Insomma, mi sarebbe piaciuto sentire quell’adrenalina che provano soltanto i grandi atleti".
Le tre cose di te che apprezzi di più e quella che invece cambieresti.
"Allora, le tre cose di me che apprezzo di più sono la mia voglia di crescere, per esempio imparando sempre meglio l’inglese; poi la costanza, che reputo una componente fondamentale di questo lavoro. La terza cosa di cui più vado fiera è la famiglia che sto costruendo con Loris e Aria".
E il difetto?
"Familiari e amici dicono che sono un po’ troppo naif".
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