Elisa Di Francisca, intervistata dal Corriere della Sera, ha parlato del rapporto turbolento con Valentina Vezzali
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Di Francisca: “Pace con Vezzali? Ci spero ancora. Ma tutto è iniziato da quando…”
«Per me la pace con Valentina si può sempre fare»
Di Francisca, qualcuno sostiene che la sua proposta di pace fosse un trucco furbo per provocare Vezzali. È vero?
«Ma no, non lo era. Pensavo anzi che fossimo nel momento giusto per chiarire, una volta per tutte. Ritenevo che in un giorno di festa fosse possibile accantonare cose che appartengono ormai al passato e mandare un segnale di pace. E invece...».
Però, proprio pensando all’evento della Polizia, non era fuori luogo spostare il focus su voi due?
«No, non l’ho fatto con l’idea di accentrare l’attenzione. E la giornata è stata in ogni caso bella e riuscita. Ci hanno chiamato sul palco e allora ho davvero immaginato che tutto congiurasse favorevolmente per mettere una pietra sopra le tensioni che ci sono state tra di noi».
La risposta di Vezzali l’ha sorpresa?
«Un po’ la conosco, ovviamente anche sul piano caratteriale. Un’altra volta ci eravamo già viste e avevo tentato... Diciamo che un po’ ci speravo. Ma evidentemente non è così».
Se a mente fredda Valentina ci ragiona e arriva alla sua stessa conclusione, ovvero che si può voltare pagina, lei che cosa direbbe? Nel futuro questa benedetta pace arriverà?
«Io ci spero sempre. Mettiamo da parte tutta la rivalità: purtroppo è andata anche oltre le pedane perché è stata lei a portarla fuori dal mondo della scherma. Siamo due campionesse che hanno vinto, siamo due poliziotte, siamo due mamme, abbiamo una certa età: una svolta servirebbe pure per mettere il prossimo nella condizione di non essere in imbarazzo.
Il libro «Giù la maschera», che ha riferimenti pepati, ha inciso nell’incrinare la situazione?
«Può darsi che abbia influito. Ma un libro può scriverlo pure lei, per dire come la pensa (ndr: in realtà la Vezzali di biografie ne ha scritte già due, nel 2006 e nel 2012)».
Tutto nasce al Mondiale 2009: lei batte Vezzali.
«Sì, fondamentalmente da quando ha cominciato a perdere contro di me. Lei non ha mai accettato la sconfitta».
Siete il Moser e il Saronni della scherma?
«In qualche modo sì. Con la differenza che io voglio chiarire e darci un taglio».
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