
Cesare Buonamici, difeso dall'avvocato Massimo Megli, avrebbe deviato le telecamere dell'azienda sull'abitazione dove la sorella abita con il marito, allo scopo di spiarla, secondo l'accusa. Poi avrebbe tentato di accedere ad informazioni sui conti correnti bancari, facendosi accompagnare in banca dalla madre, tentativo naufragato per il rifiuto del direttore dell'istituto di credito di fornire informazioni non autorizzate
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