Il sonno è stato davvero un problema?
«Non ha aiutato, se avessi dormito il giusto alcune gare sarebbero cambiate. Il cibo, ok, si sa che ci si deve adattare, ma il sonno è fondamentale. Io a casa dormo sempre al pomeriggio, qui non ci sono mai riuscito per via del caldo e questo mi ha penalizzato molto. Anche i letti non erano comodissimi. Non tutti gli avversari erano nelle stesse condizioni perché moltissimi hanno scelto l’hotel: Popovici, i francesi, i coreani».

Ci sarebbe voluto andare anche lei?
«Non l’ho chiesto, ma lo avrei fatto volentieri. Forse gli atleti delle altre nazioni sono molti meno di noi ed è difficile portarci tutti. Non funziona che io dico “vado” e me lo fanno fare. Vi immaginate? “Ceccon va in hotel”. Non è così semplice».
Michael Phelps, seduto sulla sua stessa poltrona di Casa Omega (lo sponsor che avete in comune), ha appena detto che lui è sempre stato al Villaggio, che è il bello dell’Olimpiade e si portava due ventilatori in camera contro il caldo.
«Può essere, anche se non penso che Phelps non avesse l’aria condizionata, non credo che una persona di quel calibro abbia mai avuto problemi».
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