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Cassarà condannato per tentata interferenza nella sfera privata di due 16enni

Cassarà condannato per tentata interferenza nella sfera privata di due 16enni - immagine 1
Un anno e quattro mesi per l'ex medaglia d'oro nel fioretto. Lui: "Aspettiamo le motivazioni e faremo appello. Sarà dimostrata la verità"
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"Tentata interferenza illecita nella sfera privata di due sedicenni' che si stavano facendo la doccia, nella stessa palestra di una gara di scherma. È con questa accusa che Andrea Cassarà, due volte campione olimpico di fioretto, è stato condannato dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Brescia, Andrea Guerrerio, a un anno e quattro mesi". Lo racconta il quotidiano La Repubblica sottolineando che la condanna è arrivata per un reato più leggero rispetto a quello ipotizzato inizialmente, pedopornografia.

Cassarà condannato per tentata interferenza nella sfera privata di due 16enni- immagine 2

Cassarà ha oggi 41 anni, è stato due volte oro alle Olimpiadi, nel 2004 e nel 2012 ed "era accusato di aver allungato il suo cellulare in un’intercapedine degli spogliatoi del Centro sportivo San Filippo per riprendere due ragazzine, impegnate in un altro sport nella stessa palestra del meeting di scherma nell’ottobre del 2023, a Brescia. Una delle due minori si accorse dello smartphone puntato, urlò e corse fuori dallo spogliatoio, ma non riuscì a vedere chi lo impugnava. A Cassarà gli inquirenti riuscirono a risalire dalle immagini di videosorveglianza, che lo ritraevano proprio in quegli istanti e nei luoghi dei fatti denunciati", si apprende dal quotidiano.

Il comunicato stampa e la difesa

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Sui social, l'ex atleta - oggi allenatore - ha pubblicato una nota stampa: "In merito alla recente sentenza del Tribunale di Brescia, esprimo il mio profondo dissenso in ordine alla condanna per il reato di tentata interferenza illecita nella vita privata. Attendo le motivazioni della sentenza e con i miei avvocati presenterò appello per dimostrare la mia totale innocenza. Evidenzio comunque che il Giudice ha escluso ogni mio coinvolgimento dalla originaria accusa di tentata produzione di materiale pedopornografico. Continuerò a fare l’allenatore ed allenare tutti i ragazzi che anche in questi mesi sono rimasti al mio fianco. Confido nella giustizia e sono certo che verrà dimostrata la verità dei fatti". 

L'avvocato Enrico Cortesi ha ammesso: «Speravamo nell’assoluzione ma siamo comunque soddisfatti perché il giudice ha ritenuto insussistente la finalità a sfondo sessuale o peggio ancora pedopornografico. Restiamo convinti che non sia successo nulla e faremo appello».

(Fonte: La Repubblica)