In una lunga intervista al Corriere della Sera, Fabio Caressa ripercorre la sua lunga carriera. Il giornalista svela che tutto è iniziato con Cioè. "Verissimo. Avevo più o meno 16 anni. A Roma studiavo al liceo classico e dicevo agli amici: vorrei scrivere. Qualcuno era nell’editoria, mi hanno indirizzato: cercavano giovani leve. Il mio compito erano le lettere. “Sono tal dei tali (erano quasi sempre firme femminili), ho incontrato il vip tal dei tali”. Tutto rigorosamente inventato".
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Caressa: “Ho iniziato scrivendo lettere per ‘Cioè’. Mia moglie Benedetta guadagna più di me”
La più grossa che ha sparato?
«Quella della ragazza che incontra Bono Vox a Trinità dei Monti, "un po’ mascherato per non farsi riconoscere”. Come no!? Se Bono in quel periodo si fosse presentato a Trinità dei Monti sarebbe stato il delirio. A modo mio inventavo storie. Comunque ho fatto anche interviste vere: la prima ad Alberto Fortis».

Partiamo dall’inizio. A Milano sbarca per Telepiù.
«Nel 1991, sul finire della Milano da Bere, portato da Rino Tommasi che è appena mancato: un maestro della cronaca sportiva e dell’uso dei numeri. La mia prima telecronaca è stata il Trofeo Luigi Berlusconi. Con i colleghi Marco Nosotti, Fabio Guadagnini e Giorgio Porrà abitavo al residence «Futura» di via Mecenate, allora frequentato in modo - diciamo - colorito. Lavoravamo e la sera andavamo a ballare: Beau gest, Lizard. Che tempi».
Ha raccontato che a essere «politicamente corretto» sta imparando proprio dalle sue figlie.
«Assolutamente sì. Ne ho parlato anche nel podcast “Scomodiamoci” (Caressa è uno dei sei “maschi famosi” che hanno dialogato con l’attrice Carolina de’ Castiglioni, ndr) dedicato alla violenza di genere. Per la mia generazione certi atteggiamenti sono normali, certe battute sono simpatiche, fanno ridere, sono complimenti mentre per le mie figlie sono fastidiose. Da loro ho imparato, in questo ambito, che qualcosa che sembra innocuo per altri non lo è».

Come i fischi per strada.
«Non ho mai assistito a fischi verso le mie figlie, perché se accadesse non finirebbe bene. Lo so: ho detto una cosa “patriarcale”, Matilde ed Eleonora mi riprenderebbero. Ma ci sta».
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