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Briatore torna in Formula 1: “Voglio aiutare l’Alpine. Mi è tornata la voglia”

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Il manager piemontese ha deciso di rientrare nel circus della velocità dopo i successi ottenuti con Benetton e Renault
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Flavio Briatore torna nel mondo della Formula 1: il manager piemontese ha accettato la proposta della Alpine, lo stesso team che portò ai trionfi ai tempi della Benetton e della Renault. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ha spiegato i motivi della sua decisione: "Perché ho accettato? Perché è una sfida, perché mi sento in forma e perché so come fare a mettere insieme un team. Ho accettato perché mi andava di farlo. Da 12 anni non sono in F.1: mi è tornata la voglia di misurarmi e ricominciare, ho esperienza da vendere e in fondo non è cambiato molto. Devo solo dare una mano alla scuderia e riportarla nella posizione che merita e in cui vuole vederla il presidente".

Quanto ha contato nella scelta l’affetto per una squadra con cui ha ottenuto tutti i suoi successi?

"È importante, sarei rientrato solo con loro. Non lo avrei fatto per nessun’altra scuderia: è il team con cui ho vinto sette Mondiali (tra piloti e costruttori; n.d.r. ), vederlo navigare nelle ultime posizioni di classifica non mi fa stare bene. Ci ho pensato, con Luca ne abbiamo parlato per più di tre mesi perché per me è stata una decisione importante: ho un figlio di 14 anni, non seguirò tutti i GP ma solo quelli di cui ho bisogno. Posso fare quello che voglio, vedere com’è composta la struttura, capire, impostare programmi su monoposto, squadra e piloti".

Torna operativo nei GP, anche se in un ruolo diverso, dopo dodici anni. Qual è il ricordo più bello della sua “vita precedente” in F.1?

"Beh, i mondiali vinti con la Benetton negli Anni 90, quando eravamo considerati fabbricanti di t-shirt e maglioni. L’Equipe un giorno titolò “Le team du tricot ”, che è maglione in francese. Alla fine con un budget sicuramente inferiore ad altre squadre abbiamo messo il maglione a tutti... È stata una soddisfazione enorme, dopo le critiche per aver preso Schumacher, considerato da tanti troppo giovane, mettendo a piedi Moreno. Ricordo i tanti momenti positivi ma anche quelli negativi: il mio percorso in F.1 è stato molto duro, ho avuto alti e bassi ma ho sempre cercato di vincere e trasmettere la voglia di vincere al Dna di tutti quanti. È lo stesso Dna di De Meo: anche lui vuol vincere e allora vediamo insieme se ci riusciamo. Ci siamo trovati".