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Aubameyang: “La rapina subita a Barcellona ha traumatizzato me e i miei figli”

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L'attaccante dell'Al-Qadisiya FC Al Khubar ha parlato della rapina subita nel 2022 nella città catalana e di come sia stato per lui difficile affrontare il trauma
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Pierre-Emerick Aubameyang in Arabia Saudita gioca nell'Al-Qadisiya FC Al Khubar, squadra terza in classifica. Nelle ultime ore il giocatore ha parlato con il sito The Athletic e si è soffermato sulla rapina subita ai tempi in cui giocava nel Barcellona, nel 2022.

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«Mio figlio maggiore era venuto da me correndo dicendo che c'erano due ragazzi in casa e gli ho detto di nascondersi. Loro sono entrati dalla porta esterna, dove mia moglie stava fumando con altre persone di famiglia. Hanno preso le persone che erano con lei e sono entrati in casa mentre mia moglie urlava. Avevano una pistola quindi gli sono andato incontro con una bottiglia. Ma ho visto che erano in quattro o cinque e avevano in mano la sorella di mia moglie. Quindi quello con la pistola mi ha minacciato e mi ha detto di scendere al piano di sotto e gli ho detto di dirmi cosa volessero. Lui mi ha detto si sedermi e quando mi sono rifiutato e mi hanno picchiato. Volevo lottare contro di loro ma avevano in mano i miei figli e mia cognato. Ho potuto fare poco perché anche una mossa sbagliata poteva far loro del male. Li ho fatti girare per casa e gli ho dato quanto chiedevano», ha detto.

«I bambini dopo quella storia non hanno più voluto andare a scuola, i miei bimbi non riuscivano a dormire e anche io ho passato molte notti insonni pensando solo a quello che era successo. E quando non dormo io non riesco ad essere al mio solito livello. Adesso ho paura tutte le volte che i miei figli sono soli. Ho ancora quella casa, ma da allora non sono più tornato. Penso che inizierò ad affittarla perché i miei figli non vogliono andare a Barcellona. La loro scuola ha organizzato un viaggio lì e hanno detto: "Non vogliamo andare". “Ho sbagliato a non parlare con nessuno. Se avessi avuto qualcuno con cui parlare, un terapista o uno psicologo, forse mi avrebbe aiutato. Ma non volevo fare nulla e a dire il vero mi sono sentito perso», ha confessato.

(Fonte: nytimes.com/athletic)

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