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Arianna Mihajlovic: “Il Bologna ha onorato lo stipendio di Sinisa anche dopo la morte”

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Arianna Mihajlovic, moglie del compianto Sinisa, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero in vista di Bologna-Lazio, partita tra due squadre che hanno significato molto nella carriera del serbo: “Lo so, è la partita di Sinisa,...
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Arianna Mihajlovic, moglie del compianto Sinisa, ha rilasciato un'intervista a Il Messaggero in vista di Bologna-Lazio, partita tra due squadre che hanno significato molto nella carriera del serbo: "Lo so, è la partita di Sinisa, tornerò allo stadio e mi riavvicinerò al calcio da cui mi ero allontanata. Ci tengono anche i miei maschietti, sono tifosi sfegatati della squadra biancoceleste".

Un altro bagno di grandi emozioni.

"I tifosi della Lazio sono speciali, non mi hanno mai fatto sentire sola. Amavano Sinisa come quelli del Bologna, sia chiaro. Due ambienti speciali".

C'è un esonero che pesa, a poche settimane dalla morte.

"Sinisa non se lo aspettava e ci è rimasto molto male, d'altronde lo aveva anche detto. Non si sarebbe mai dimesso, voleva continuare perché la sua voglia di lottare era unica. Il Bologna ha scelto un'altra strada e non posso giudicare: ha onorato lo stipendio di mio marito fino alla scadenza del contratto. Un gesto straordinario, che in un momento di sbandamento mi ha dato delle sicurezze. Il presidente Saputo, Bergamini, Fenucci, Marchetti, Di Vaio: nessuno mi ha dimenticato, una società speciale e una città speciale. Anche con Sabatini c'era un rapporto pazzesco".

Perché ha chiuso con il calcio?

"Forse una reazione istintiva, forse sono ancora alla ricerca di me stessa. Ho conosciuto Sinisa che avevo 23 anni, dal giorno dopo ho cominciato a vivere in un mondo in cui oggi non mi sento più coinvolta anche se i miei amici e le mie amiche fanno parte dell'ambiente. Ogni tanto seguo il Genoa perché il marito di Virginia gioca nella squadra rossoblù (Vogliacco, ndr). Ma vuole sapere una cosa? Il calcio in realtà mi manca".

La morte ha responsabilizzati i vostri figli.

"Penso di sì, ma lei non ha idea di quale dolore abbiano provato in questi quattro anni. Loro, come me, sapevano tutto".

In che senso?

"Dopo la ricaduta, la situazione si è aggravata e quando i medici non ci hanno dato più speranze io mi sono confrontata con i miei cinque figli. Tutti insieme abbiamo deciso di non procurare un altro dolore a Sinisa. Oggi, un po', questo pensiero ci tormenta: lo abbiamo tradito oppure amato, nascondendo la verità? Ancora non l'ho capito".

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