"Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica", cantava Cesare Cremonini nel 2005, sull'onda dell' l'esperienza bolognese del 'divin codino'. L'arte in campo si e' altre volte incontrata con quella in musica: nel 2001 Lucio Dalla cantava "Baggio… Baggio", e più di recente e' stata la voce raffinata di Diodato a celebrare "L'uomo dietro il campione", parte della colonna sonora del film "Il Divin Codino".
Magie come un film, e numeri ricorrenti. Dal 10 tatuato nella memoria di tutti e su quasi ogni maglia delle squadre in cui ha giocato, al 18 della parentesi al Milan e in Nazionale ai Mondiali di Francia '98. Senza dimenticare il 15 indossato nelle Notti Magiche di Italia '90. Ma i numeri di Baggio sono anche le statistiche della sua folgorante carriera.
Baggio ha appeso gli scarpini al chiodo dopo 643 partite da professionista con i club, dall'esordio con il Vicenza all'amata Fiorentina, passando per il trasferimento alla Juventus, tra polemiche e trofei (in bianconero arriva anche il Pallone d'Oro del '93), le stagioni a Milano (prima il Milan, poi l'Inter), intervallate dalla parentesi di Bologna, che lo rigenera e lo porta al Mondiale del '98, fino alla scoperta di Brescia, per il finale di carriera scritto disegnando magie fino all'ultimo, con la delusione della mancata convocazione al Mondiale 2002. 291 i gol, quasi impossibili da contare gli assist. Giocatore geniale e leader silenzioso, Roberto Baggio è stato unico nel suo genere. Leggenda, poesia, musica. Finchè per molti non è stata più domenica
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo del gossip sportivo senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Golssip per scoprire tutte le news di giornata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA