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Rose Villain: “Tantissime porte in faccia, io ambiziosa. Sanremo? Mi ha fatto male leggere…”

Rose Villain: “Tantissime porte in faccia, io ambiziosa. Sanremo? Mi ha fatto male leggere…” - immagine 1
Rose racconta il nuovo album, le tantissime porte chiuse e cosa non ha gradito di Sanremo
Redazione Golssip

Rose Villain ha raccontato ai microfoni della rivista Chi come è nato il suo nuovo album Radio Vega (un sequel dei precedenti album). È un disco in cui Rose dichiara di non avere più nulla da dimostrare, un diario aperto. E con uno stile dark ("Ho un lato dark, da sempre, lo ammetto (ride, ndr). Patrick Bateman è il personaggio del mio film preferito, American Psycho, sono anni che volevo scrivere una canzone che si chiamasse proprio così").

«Ero a New York, una mattina mi sono svegliata all’alba, come mi capita spesso, con un’illuminazione. Vega è una delle stelle più luminose del cielo, fa parte della costellazione della Lira, ed è simbolo dell’amore sofferto di Orfeo ed Euridice. Il fatto che lui, nel mito, dopo la morte della sua amata sia condannato a suonare canzoni tristi per tutta la vita l’ho trovato struggente e poetico. Avevo sognato tutto l’album. Così, al risveglio, sono andata da Andy (Andrea Ferrara, in arte Sixpm, con il quale è sposata dal 2022). E gli ho detto soltanto “rosso, stelle, serpenti”. Lui non so come faccia, ma riesce sempre a realizzare quello che immagino, fa esattamente quello che ho in testa. Io che nella vita sono una persona davvero caotica, disordinata e disorganizzata, nella musica, invece, so esattamente che cosa voglio. Tra produttore e artista succede qualcosa di misterioso e magico. Con Andrea ci siamo prima innamorati musicalmente, il nostro primo incontro è avvenuto in studio. La prima volta che ci siamo visti gli ho detto: “Voglio una ritmica fatta con rumori di foglie”, mi ha guardato e non mi ha preso per pazza, mi ha assecondato».

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Il brano Tu sai è una una bellissima dedica d’amore.

«Sì, forse è la canzone d’amore più semplice che io abbia mai scritto. È nata in maniera pura e spontanea, tutta di getto. È la dedica che ho fatto a mio marito».

Nella canzone dice anche: “A volte odio il mio corpo e lo vorrei cambiare”, proprio lei che riceve così tanti apprezzamenti...

«Il punto è proprio quello. Non conosco una donna che mi abbia detto “amo il mio corpo sono felice così” o che non si sia lamentata di un trattamento sbagliato da parte degli uomini. Mi ha fatto male leggere “Rose Villain è a Sanremo solo perché è bella”. Io sono una brava artista, punto, poi il fatto che sia anche carina è soltanto un plus, che non deve essere usato per sminuire le mie doti artistiche. Sicuramente i social hanno settato degli standard di bellezza e di vita irrealistici. Tutti tendiamo a mostrare la parte migliore delle nostre vite, a ostentarla. Si posta la foto bella, non quella che è venuta male o dove si vede la cellulite. Sono felice di parlare delle mie insicurezze fisiche in questa canzone e sono sicura che tante persone si ritroveranno in quello che dico. Ovunque ci mostrano canoni estetici irraggiungibili, ma questo accadeva anche con le modelle negli Anni Ottanta. Quindi dovremmo accettarci di più per come siamo, è un processo molto lungo e difficile e dovrebbero aiutarci anche gli uomini, cominciando a guardare le donne anche per quello che hanno dentro, per quello che hanno da dire, per quello che pensano, piuttosto che continuare a mettere il lato estetico sempre prima di tutto. Mettermi in costume è il mio modo per dire “io sono libera di mostrarmi sexy quando mi pare e mi piace, per favore siatelo tutti”. La musica delle donne spacca. In questo album mi sono tolta parecchi sassolini... e penso di non essermi mai messa più a nudo di così. C’è stato un mio ex che per anni mi ha detto “Non ce la farai mai”. Ecco, anche a lui ora dico: “Che goduria, avevo ragione io!”».

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Ha ricevuto tante porte in faccia?

«Tantissime. Sa quante persone dopo aver ascoltato un mio brano mi hanno detto che non valeva niente, che non andava bene? Beh, ma come si fa a credere a un sogno così grande? Adesso, da adulta, capisco tutte le persone che hanno sbarrato gli occhi e mi hanno detto che sarebbe stato meglio avere un piano B. Io dicevo “farò i palazzetti, gli stadi”, i primi sono arrivati (in autunno parte il primo tour nei palazzetti, ndr) gli altri sono sicura che li farò. È chiaro che le persone sono intimidite dalle donne ambiziose. Ma quei no mi sono serviti per fare sempre meglio, quindi viva le porte in faccia, così poi la soddisfazione è ancora più forte».

Il brano con Geolier

«Sono una fan sfegatata di Manu (Emanuele Palumbo, nome all’anagrafe di Geolier, ndr). È un poeta, è incredibile, uno dei pochi casi in cui la persona è ancora più grande dell’artista perché lui è tutto cuore, è una persona gentilissima ed è molto attento agli altri. Mi sono messa alla prova con Ancora e dietro la sua supervisione ho cantato anche io in napoletano. Mi correggeva la pronuncia e diceva: “Ok, ma dillo bene!”. Quel pezzo lì è un grande gioiello».

(Chi)