Il figlio di Paolo Villaggio, notissimo interprete di Fantozzi, ha parlato del suo legame con il papà scomparso nel 2017
Il figlio di Paolo Villaggio, Piero, ha parlato del padre in un'intervista al Corriere della Sera. E ha raccontato dei primi ricordi con lui: «Di quando andavamo insieme allo stadio a vedere la Lazio, che tifavo io: lui è sempre stato della Samp. Il calcio era un momento solo nostro. Abbiamo girato l'Europa per vedere la Samp o il Milan. Berlusconi ci invitava e andavamo col suo aereo privato. Ero molto orgoglioso di mio padre. Lo trattavano tutti in maniera ossequiosa. Vialli e Mancini provavano a fargli fare delle battute, ma lui non era dell'idea. Era molto spiritoso nella vita privata, ma non sempre lo faceva».
«Mi infastidivo quando ci interrompevano e io gli stavo dicendo qualcosa di importante per me. Ma riconosco come un pregio che sia stato così generoso con i suoi fan. Solo alla fine si spazientiva, ma era la malattia», ha aggiunto. «Non si è mai curato? Non sono mai riuscito a colpevolizzarlo, proprio perché so cosa sia una dipendenza. Purtroppo talvolta gli sono stato complice, quando ormai era in sedia a rotelle e chiedeva a me di portarlo in giro nei negozi dove c’erano i prodotti di cui era goloso. Mai dolci».
Piero Villaggio dice di sapere cosa è una dipendenza perché ha avuto problemi con la droga, e ha anche raccontato di aver perso la fidanzata per overdose, ed è stato proprio il padre a portarlo a San Patrignano per la disintossicazione. «Sono stato lì per tre anni. Se devo fare un bilancio, alla fine è stata un’esperienza positiva perché io ne sono uscito. Pur non essendo sempre d’accordo con i suoi metodi, Muccioli ha dato una risposta a tante famiglie. All’entrata della comunità c’era un gabbiotto dove sostavano mamme disperate che volevano far entrare i figli. Io quando arrivai in comunità mi arrabbiai molto ma alla fine ho scelto di restare. Se mi sono chiesto se sarebbe successo con un altro papà? Sì. E mi sono risposto che sarebbe successo lo stesso perché la tossicodipendenza è una malattia. Come lo è stato il diabete per papà».
(Fonte: Corriere della Sera)