Non se lo aspettava?
"Non così. Il mio caso ha quasi unito l’Italia, è stata una cosa potente. Per strada mi fermano anche i tifosi della Lazio per chiedermi come sto. Vede, alla fine se ti comporti bene, il bene ti torna indietro".
Giocando a calcio ha già guadagnato molto?
"Sì, siamo fortunati, guadagnamo molto più degli altri sportivi, e non so quanto sia giusto. Certo, è vero che il business che gira attorno al calcio fa muovere tanti soldi, dai diritti di immagine a quelli televisivi. Ma è anche vero che un calciatore di serie A per allenarsi fa molta meno fatica di un qualsiasi nuotatore".
Macchinoni e villoni non le interessano?
"No, ma anche io ho le mie passioni. Mi piace vestirmi, giocare a tennis".
Ha detto che le piacciono i vestiti, l’abbiamo vista in prima fila alle sfilate milanesi. È vanitoso?
"Abbastanza. A casa a Firenze io ho la cabina armadio, la mia ragazza no. Se me lo proponessero sfilerei anche, sarebbe divertente. Sono timido, ma se mi sento nelle condizioni di poter lavorare su me stesso per fare una cosa, allora la faccio. Però il mio punto debole sono i capelli".
Sa di essere bello?
"Avevo le mie belle insicurezze da piccolo. Quando mi sono operato ai turbinati del naso, perché respiravo male, il chirurgo mi ha anche proposto di alzarla un pochino questa punta. Oggi però sono più sicuro di me stesso".
Lei e Martina state assieme da sette anni.
"Ci siamo conosciuti a scuola, siamo cresciuti insieme. Sono quello che sono anche grazie a lei, e credo che anche per lei valga lo stesso".
Che tipo di coppia siete?
"Siamo riservati. Molto. Spesso le mogli dei calciatori li seguono, si occupano dei bambini, non hanno delle loro vere ambizioni. Noi abbiamo sempre cercato di sfatare questo stereotipo: lei ha studiato a Londra, ha la sua strada, la sua indipendenza".
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