«Sono andato a trovarlo, avevo paura. Lui si è svegliato, abbiamo riso, chiamato Lombardo. Mi ha detto di essere sereno e mi ha tirato su di morale. Era lucidissimo: ci siamo lasciati bene».Roberto Mancini, ospite di Porta a Porta, torna a parlare del suo amico, Gianluca Vialli, a qualche giorno dalla scomparsa. Da quando erano calciatori, fino all'abbraccio della vittoria all'Europeo: il commissario tecnico dell'Italia ha parlato del suo rapporto con lui.
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Mancini: “Vialli non mi disse subito della sua malattia. Non voleva farmi soffrire”
Mancini ha perso anche Mihajlovic di recente, anche lui era suo amico. Ma Vialli è stato la sua metà calcistica. Era come un fratello per lui, un fratello capace di proteggerlo anche dalla verità. Il tecnico ha aggiunto: «Non mi aveva raccontato della sua malattia, all'inizio. Me lo ha detto nel 2019, mi ha detto che stava curandosi e io ero tranquillo perché lui è un combattente. Ma quando mi parlò della malattia e mi disse che non me ne aveva parlato prima per non farmi soffrire è cambiato tutto. Il tempo che passava e la speranza che ce la facesse. Abbiamo sperato in un miracolo». Non c'è stato. Ma forse un miracolo è già il loro rapporto d'amicizia, che resiste al tempo e alle difficoltà e vivrà per sempre in tante piccole cose e in un abbraccio indimenticabile.
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