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Ilaria D’Amico: “I tifosi non hanno capito il motivo dell’esonero di De Rossi. Souloukou? Sola”

Ilaria D’Amico: “I tifosi non hanno capito il motivo dell’esonero di De Rossi. Souloukou? Sola” - immagine 1
Il punto di vista della giornalista sulle ultime vicende della Roma
Redazione Golssip

Ilaria D'Amico è intervenuta ai microfoni di LaPresse sull'esonero di De Rossi e sulle minacce subite da Lina Souloukou, ex Ceo della Roma: “Sono sempre molto attenta alle questioni di genere, perché l'Italia ha ancora una questione e si deve adeguare ai nostri cugini europei, di chi si è 'normalizzato'. In questo caso però penso che se ci fosse stato un uomo al suo posto sarebbe successa la stessa cosa, c’è stato un blackout, con una comunicazione dei Friedkin, eravamo alla quarta giornata e la società aveva rinnovato qualche mese prima il contratto a una persona che è un simbolo e rappresenta molto per i romanisti. In questo è mancata la sensibilità di chiarire e gestire questa cosa".

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Sull'esonero di Daniele Rossi la giornalista ha aggiunto: "Sia chiaro, la società può sempre decidere ma ci sono questioni che necessitano di sensibilità diverse. Credo che i tifosi non hanno capito perché lo hanno esonerato, neanche io l’ho capito. Bisognava avere un’altra sensibilità. De Rossi è stato riconfermato, non in quanto simbolo ma per il lavoro fatto dopo Mourinho. Si vive di momenti nel Calcio ma con il suo passato ci volevano altri modi. Anche lì non c’è stata una difesa, c’è una società che decide dietro ma è molto avara nel far capire le cose e anche nel difendere i suoi dipendenti. Le minacce e le offese che un uomo avrebbe ricevuto sarebbero state sicuramente diverse, ma se ci fosse stato un uomo al posto di Lina Souloukou ci sarebbe stata un'identica contestazione. Perché è la decisione che è stata contestata. Questo però non giustifica le minacce, che sono tutte da condannare. Se era un altro allenatore era un conto, ma De Rossi è un simbolo. La linea non è stata proprio data, è stata una decisione molto forte. La società doveva usare un'altra strategia di comunicazione, la doveva proteggere e non c’è stata una parola a difesa di questa persona che è stata insultata in maniera vergognosa. Ci mancherebbe, è stata una legittima decisione di chi decide, ma è anche doveroso agire con le sensibilità del caso spiegando e comunicando a difesa della persona che poi si è trovata costretta alle dimissioni. (Souloukou, ndr) L’ho vista isolata e sola”.

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