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L'INTERVISTA

Giorgia Cenni: “Sono dove desideravo di essere. Finale Europeo? Bergomi mi ha detto…”

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La giornalista di Sky racconta l'incredibile esperienza dell'Europeo vinto

Redazione Golssip

Giorgia Cenni, giornalista di Sky, ha raccontato ai microfoni di Vanity Fair l'emozione dell'Europeo vissuto come inviata: «La vigilia della finale, è stata bellissima. Eravamo al ristorante con tutta la squadra Sky. Davanti a me Caressa, vicino a lui Beppe. Era la fase pronostici. Guardo Beppe e gli chiedo, sussurrando per non farmi sentire dagli altri: “Lo vinciamo noi l’Europeo vero??” E Beppe con la sua serenità mi ha guardato e detto: “Tranquilla, la alziamo noi la coppa”. Credo abbiano cambiato qualcosa nella nostra società ed è più importante. Ci siamo sentiti squadra, noi italiani. Siamo stati uniti, forti. Abbiamo pianto di gioia e abbiamo capito che possiamo arrivare dove vogliamo. In ogni campo. Ne parlavano tutti della nostra Italia, mamme, figli. Tutti. Una storia Europea in un’estate Italiana. Grazie Mancini e grazie ad ognuno della nostra Nazionale: giocatori, uffici stampa, staff, medici. La sa una cosa? Quell’ aria li, quella che ti fa capire che sta succedendo qualcosa di straordinario si respirava ogni giorno a Coverciano. Qualcosa che non si dice ma si sente. E la fotografia della Nazionale che canta “Notti Magiche” con la Coppa in mano all’ aeroporto di Luton prima di tornare in Italia in diretta su Sky alle 4 del mattino me la tengo stretta».

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Passione per il giornalismo o per lo sport? Come nasce Giorgia Cenni giornalista sportiva?

«Passione per le storie che lo sport ci racconta, ad ogni livello. Ho iniziato seguendo il calcio dilettantistico in Liguria, terza, seconda, prima categoria, promozione… quando mi volevano premiare andavo a seguire le partite di eccellenza o serie D! Poi Genoa e Samp per una tv locale e sognando sognando… è arrivata Sky! Sono esattamente dove ogni giorno desideravo di essere».

La presenza femminile è sempre più forte, soprattutto per competenza. Si sono creati spazi? C’è una maggiore consapevolezza della preparazione delle giornaliste sportive? Una maggiore considerazione?

«Non credo sia un discorso di genere ma di preparazione e volontà. Se vuoi una cosa, studi, ti prepari, sai fare rinunce, la ottieni. Sia che tu sia uomo che donna. Non è facile non avere orari, non pianificare nulla. Più che altro per le persone che ti circondano. Ma il bello del nostro lavoro è proprio questo: improvvisare. Orgogliosa che ci siano sempre più colleghe e colleghi bravi e preparati, ti spinge a migliorare».

(Vanity Fair)