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Amoroso: “Donnarumma simbolo dell’Italia agli Europei. Mancini bravissimo”

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Lunga intervista concessa da Alessandra Amoroso a La Gazzetta dello Sport in vista del concerto di luglio 2022 a San Siro

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Lunga intervista concessa da Alessandra Amoroso a La Gazzetta dello Sport in vista del concerto di luglio 2022 a San Siro.

C’è un altro momento importante che la lega al mondo del calcio: nel 2014 cantò l’inno di Mameli alla finale di Coppa Italia.

«Sentivo tanto la responsabilità. Ero agitata, nervosa».

Vabbè, alleggeriamo: mai stata con un calciatore?

«Mai. Mai successo».

Neppure un bacio?

«Neppure un bacio»

La scorsa estate ha cantato l’inno dell’Europeo per Sky Sport. E ha portato bene.

«Menomale che ha portato bene. “Sorriso grande” è stata una bella soddisfazione».

Come ha vissuto l’Europeo?

«Tutto in Salento, a Lecce. Non ho perso una partita. Papà Walter è tifoso malato della Juve. Ma lui le guardava da solo in camera. Io col resto dei parenti. Però a papà ho fatto un gran regalo».

Dica. Quale?

«Gli ho fatto avere la maglia di Del Piero. Quella della Juve, naturalmente. E’ impazzito di gioia perché è sempre stato il suo calciatore preferito».

I suoi simboli dell’Europeo vinto a Londra?

«Donnarumma di sicuro. Lui mi è rimasto particolarmente impresso, anche per i rigori decisivi parati. E poi Immobile. Ma perché è il titolo di una mia canzone. Comunque, una volta l’ho pure incontrato».

Il c.t. Mancini?

«E’ stato bravissimo».

Quali sportivi assistono ai suoi concerti?

«Per quel che so io è venuto Quagliarella, poi un altro attaccante, Destro. La tennista Pennetta, la pallavolista Diouf e anche Massimiliano Allegri».

Con Ambra?

«No, con sua figlia».

Lei è di Lecce, ed è particolarmente legata alla sua terra. La squadra della sua città prova a risalire in A.

«Non tifo in particolare per una squadra. Ma il Lecce è quella della mia città e se risale in A sono contenta».

Ha qualche amico nel mondo dello sport?

«Eccome. Direi che una, Roberta Vinci, la tennista, ormai è una delle mie più care amiche. Roberta è la mia sister. Una donna vera. Mi invitò a un’esibizione a Milano con la Sharapova. Roberta giocava con Sara Errani. Da allora siamo entrare in contatto e ora c’è un bellissimo rapporto. Ovviamente, anche lei è venuta ai miei concerti».

La coinvolge nello sport?

«Roberta ha smesso di giocare a tennis. E si diverte col padel. Ha contagiato pure me. Gioco a volte con lei e mi piace. Ho sempre fatto calcetto e pallavolo».

Pratica altre discipline?

«Sì, vado in palestra. E’ uno sfogo e la fatica fisica mi aiuta a concentrarmi. Credo che la palestra e l’allenamento servano tantissimo per la testa».

Il titolo di un suo fortunatissimo album è «Vivere a colori». Sembra studiato per lo sport...

«E’ un inno alla vita. I colori sono la meraviglia della vita».

Stiamo nel suo campo, la musica. Ha avviato una collaborazione con il gruppo pugliese Boomdabash. E sono usciti due super tormentoni ballatissimi: «Mambo Salentino e «Karaoke». Come è nato il rapporto?

«E’ stato un incontro per la musica. Ma in realtà Blazon, uno di loro, faceva il dj e andavo alle sue serate. Ora ci troviamo davvero bene e c’è un bene profondo».

Lei ha sempre detto di avere musicalmente un’anima nera.

«Confermo. E in “Tutto accade”, l’album appena uscito credo di aver messo a frutto questo mio spirito. Così come ho messo qualcosa di mio nei testi».

Lei è legata alla Sony. Sempre la stessa casa discografica. E’ come non cambiare maglia?

«Assolutamente. La casa discografica è una famiglia. Io porto la maglia Sony».

Che cosa hanno in comune il suo sacrificio e quello di uno sportivo?

«Sono storie differenti. C’è il sacrificio. Io ne faccio da quando sono bambina, sicuramente per loro andar via di casa molto giovani è un gran sacrificio. Perdi tutta l’infanzia, non è poco».

Cosa significa vincere?

«E’ la gratificazione dei sacrifici».

Vincere «Amici» le ha cambiato la vita?

«A me sì».

Alessandra, è pronta per San Siro?

«Sì, ci penso tanto».

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