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Sanremo, il cast divide i social: “Finita un’era”. Conti: “Quello che importa sono…”
"Credo che siano importanti le canzoni che si vanno a proporre", così Carlo Conti risponde alle critiche seguite all'annuncio dei 30 Big in gara al prossimo Festival di Sanremo. L'elenco svelato dal direttore artistico del festival ha immediatamente scatenato un'ondata di reazioni sui social network. Un flusso di commenti che, come da tradizione, si divide tra delusione, ironia tagliente e analisi più ponderate, con un sentimento di fondo che emerge su tutti: "E' finita un'era".
La critica più diffusa riguarda la percezione di uno "star power" inferiore rispetto alle edizioni passate. "Livello basso rispetto agli anni scorsi", scrive un utente, a cui fa eco un altro commento laconico: "Sintesi: la noia". Molti si interrogano sulla notorietà degli artisti scelti: "Io che cerco di capire chi sono la metà delle persone", si legge su X, mentre un altro commento ironizza: "Nella notte devono aver cambiato il significato di 'big'". La domanda retorica "E quando annunciano i Big?" riassume perfettamente questo sentiment.
Collegato in diretta con 'Non stop news' su Rtl 102.5, Carlo Conti ha spiegato che "la forza del festival è mettere insieme proposte per diverse generazioni". Secondo lui l e considerazioni sulla notorietà dei 30 artisti in gara a Sanremo 2026 lasciano il tempo che trovano. "Big o non Big è tutto relativo, oggi come oggi. Perché per esempio mia suocera non sa chi è Samurai Jay, ma sa chi è Patty Pravo. Viceversa magari c'è un ragazzino che non sa chi è Patty Pravo e conosce benissimo Aka7even, per dire. Quindi è tutto relativo, questo big o non big. Anzi la forza di questi ultimi anni di Sanremo è stata mischiare e allargare il più possibile alle varie generazioni, mettendo insieme quello più conosciuto da una generazione a quello meno conosciuto da un'altra e viceversa", ha detto Conti. Il direttore artistico ha sottolineato: "Credo che siano importanti le canzoni che poi si vanno a proporre". E ha portato l'esempio di Lucio Corsi a Sanremo 2025: "Lo scorso anno, faccio un nome per tutti, ovvero Lucio Corsi, che era praticamente sconosciuto ai più e guardate che cosa è riuscito a fare e come ha rappresentato anche l'Italia all'Eurovision. Eppure quando l'ho detto l'altro anno molti hanno detto 'Chi è?'".
Accanto alle critiche, non poteva mancare il filone dell'ironia, un rito collettivo per il popolo del web. "Scusate, dove sono i Jalisse?", chiede un utente, riproponendo uno dei meme più longevi legati al Festival. C'è anche chi invoca scherzosamente il fenomeno social Tony Pitony o chi punta tutta sulla performance di Elettra Lamborghini "pronta a salvare questo Sanremo".
Tuttavia, il tema dominante sembra essere la fine del quinquennio di Amadeus. "Ragazzi, è finita un'era e dobbiamo farcene una ragione prima o poi", scrive un utente. Un altro posta un video di Ghali, protagonista di una passata edizione, con la didascalia: "Non ci sono più i cast di una volta".
In questo mare di reazioni a caldo, emerge però la consapevolezza tipica del fan sanremese, un misto di rassegnazione e amore incondizionato. "Come ogni anno lista iniziale di m.... e come ogni anno mi troverò a cantare tutte le canzoni alla serata finale perché io sono succube di questo festival", confessa un utente in un post.
Un pensiero condiviso da molti: "Lo guarderò sempre e comunque, però first reaction: shocked". Ma superato lo stupore iniziale, c'è anche chi si spinge oltre, provando a leggere il potenziale nascosto in questo cast. L'analisi più lucida, forse, è quella che chiude il cerchio e offre una prospettiva diversa, definendo questa edizione come "il Sanremo più aperto degli ultimi 10 anni". L'idea di fondo è che un cast forse meno appariscente del solito possa lasciare il palco alle vere protagoniste: le canzoni.
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