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golssip news Vieri: “Tante donne? Anni belli, ma era etichetta: la gente non sa. Ora amore folle per…”

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Vieri: “Tante donne? Anni belli, ma era etichetta: la gente non sa. Ora amore folle per…”

Marco
Bobo Vieri, ex attaccante, ha concesso un'intervista ai microfoni di Repubblica. Ecco le sue dichiarazioni

Bobo Vieri, ex attaccante, ha concesso un'intervista ai microfoni di Repubblica. Ecco le sue dichiarazioni.

Le manca il campo?

«Tantissimo. Come Chivu, sono appassionato di NFL. Dan Marino mi ha detto che a 64 anni vorrebbe ancora giocare. Lo capisco. Quando entro in uno stadio, mi prende la tristezza. Vorrei cambiarmi ed entrare. Ne ho parlato con tanti ex, a partire da Totti».

Lui è stato una bandiera, lei ha cambiato 13 squadre.

«Rifarei tutto. Alcune scelte le ho azzeccate, altre no. Ma sbaglia solo chi decide. Io ho sempre seguito la passione».

Il primo ingaggio?

«Da ragazzino, mio nonno mi dava cinquemila lire per ogni gol. Ma è dovuto scendere a mille, altrimenti si bruciava la pensione».

Come se la cava a gestire i soldi?

«Ho imparato, ma non è facile.

Quando giocavo, mi aiutava mia madre. Mi ha consentito di concentrarmi sul calcio».

Da giocatore ha preso tante multe dai club?

«Qualcuna, ma non me le ricordo. Bastava piangere un po' coi presidenti e venivano annullate.

Pago solo quelle prese per strada».

Il presidente dell'Atletico Madrid le regalò una Ferrari.

«Una Maranello, per una tripletta. Non la ritirai, perché mi trasferii subito alla Lazio. Me la comprai uguale a Roma. Sembra una vita fa. Adesso il mezzo che più mi diverte è il Ciao di un mio amico. E in auto deve starci tutta la famiglia».

Com'è la vita da papà?

«Ho una moglie meravigliosa e le bimbe ci somigliano. La grande ha il mio carattere, la piccola il suo. Un amore folle».

Le manca qualcosa degli anni in cui veniva fotografato con le donne più belle d'Italia?

«Niente. Sono stati anni belli, ma ero diverso dall'etichetta che avevo addosso. La gente parla senza sapere. Il mio primo pensiero era fare un gol a partita, il resto veniva dopo. E l'ho dimostrato. Aveva ragione Mondonico, che con Cesare Maldini è stato uno degli allenatori che mi hanno capito di più: il campo non mente. Se ti alleni a uno all'ora, giochi a uno all'ora».

Di notte sogna di giocare?

«Sempre. Faccio dei gol della madonna e ne sbaglio di facili. Ma non mi sveglio, mi godo il momento. Non vale la pena incazzarsi».