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Petronella Ekroth, ex giocatrice Juve: “Ci hanno proibito di parlare di Cristiano e dello stupro”

Petronella Ekroth, ex giocatrice Juve: “Ci hanno proibito di parlare di Cristiano e dello stupro”

Le pesanti parole della svedese sui metodi del club bianconero

Redazione Golssip

Un anno segnato da grandi successi sul campo di calcio ma un anno molto pesante a livello mentale, quello che Petronella Ekroth (ex giocatrice della Juventus) ha deciso di raccontare ai microfoni di Expressen: "Mi sento molto, molto meglio ora che ho un po' di distanza da questo. Ma posso sentire ancora quanto sia stato difficile". Il riferimento è al suo anno in bianconero, già a gennaio la svedese avrebbe voluto rescindere il contratto con la società bianconera: "Ma sentivo di dover cercare di guardare tutto in una prospettiva più a lungo termine e di dovermi sviluppare come giocatrice e umanamente. Sono contenta di aver mantenuto un calcio di alto livello e fatto quello che ero lì per fare: esibirmi sul campo". Ecco che cosa non andava: "Ma c'erano molte cose in giro che erano molto strane. Le mie opinioni su come rispettare e trattare le persone sono diverse. Non mi sembrava che noi giocatrici straniere venissimo trattate allo stesso modo di quelli italiani. Ci sono state molte situazioni in cui mi sono chiesta se ci fossero delle telecamere nascoste. Ma ti ci abitui e ti adegui. Capisco che ci sono diversi modi per gestire le cose, ma alcune cose non vanno bene", racconta Petronella.

E poi la Ekroth arriva al punto dolente del suo racconto, Cristiano Ronaldo e le accuse di presunto stupro. Alle giocatrici fu proibito di commentare qualsiasi cosa riguardasse Cr7 e le accuse che gli erano state rivolte: "Non dovevamo parlarne. Siamo state zittite e non potevamo neanche menzionarlo. Non dovevi pensare alle cose, ma dovevi mantenere un profilo basso e lavorare per i valori del club. In questo modo sembrava di essere in prigione e ho sentito che le mie opinioni potevano sparire. Sei alla Juventus e in qualche modo devi difendere ciò che pensano sia giusto o sbagliato".

(Expressen)

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