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David Beckham: “Le cose da difendere sono l’amore e la salute. Grazie al Milan ho fatto…”

L'ex giocatore rossonero sul momento di emergenza globale

Redazione Golssip

Anche in questo momento difficilissimo David Beckham e sua moglie Victoria si confermano una coppia d’oro e in prima linea nella solidarietà. David sarà anche tra gli ospiti di Lady Gaga e Andrea Bocelli nel concerto benefico e virtuale Together At Home a sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità. La sua foto con il cartello che dice “Io sto a casa per amore di mia moglie e dei miei figli” ha commosso tutti. Ma che cosa sta imparando Beckham da questa emergenza? «Penso che sia un momento molto strano. Ma credo che non ci siano dubbi sul fatto che le cose più importanti da difendere siano la salute e l’amore. E stare a casa è prima di tutto il gesto più significativo che possiamo fare per le persone che ci stanno a cuore. Sui social in questi giorni sto sostenendo alcune importanti campagne di sensibilizzazione. L’attore Kevin Bacon, mio grande amico, mi ha coinvolto nel progetto #istayhomefor, “io sto a casa per..”, che contribuisce a fermare il coronavirus, e ho anche pubblicato un video con la mia famiglia per sostenere #clapforourcarers, “un applauso per le persone che si prendono cura di noi”».

I social al tempo del coronavirus: «Non sono solo una vetrina, ma trasmettono messaggi e ci fanno sentire vicini. A me è sempre piaciuto far entrare la gente nel mio mondo, condividerlo con i miei follower. Nel caso dei miei figli, però, sono iperprotettivo. A loro ripeto continuamente che bisogna lavorare sodo e dare importanza alle cose semplici. Questo implica che si devono fare delle scelte e delle rinunce che servono a stabilire le priorità».

Il legame con l'Italia: «A casa amiamo la buona tavola, quando giocavo a Milano per il Milan ho seguito un corso di cucina italiana».

Uscito dalla pandemia... «Ricomincerò a concentrarmi sull’Inter Miami CF. Per me questo è un grande progetto, ci sono voluti sette anni e molte sfide da vincere per arrivare a realizzare questo sogno. Ogni volta che mi sono trasferito in un Paese straniero come calciatore è stato un momento audace. Ma è sempre stato fantastico sperimentare popoli e squadre diversi, un arricchimento che oggi mi dà grande forza in un momento delicatissimo che ci coinvolge tutti».

(Grazia)

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