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Sofia Goggia: “So di aver fatto qualcosa di incredibile. Tomba? Irraggiungibile”

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La sciatrice azzurra ha vinto la discesa libera di Sankt Moritz a meno di 24 ore dalla frattura della mano

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Sofia Goggia, in un'intervista concessa al Corriere dello Sport, ha ripercorso la sua straordinaria vittoria nella discesa libera di Sankt Moritz, ottenuta con una mano fratturata: "Sono state 24 ore con una bella dose di follia. Sono molto contenta, perché ieri (venerdì; ndr) pensavo soltanto alla mano rotta, ma nel frattempo ero riuscita a ottenere un secondo posto che, per le condizioni in cui sono scesa, non era per nulla scontato e banale, così come non lo era la partenza nella gara odierna, sebbene non mi fosse mai balzata nella testa l'idea di non correre".

Ci racconta il suo pazzo venerdì?

"Sono scesa a Milano col dottor Panzeri, proprio con l'intenzione di essere al via. Devo ringraziare tutto il gruppo San Donato che mi ha messo a disposizione la clinica La Madonnina, con tutta l'équipe per essere operata, con il chirurgo della mano Loris Pegoli che è arrivato da Torino apposta. Sono stati tutti gentilissimi e quando siamo entrati in sala operatoria ho detto: "Ho bisogno di questa cosa, perché domani (oggi; ndr) dobbiamo vincere"".

E i preparativi pre-gara?

"Abbiamo fissato con lo scotch il guanto che avevamo già modificato la sera. Era stata la prima cosa che ho fatto appena messo piede in hotel alle 22.15. Quando ho capito, sciando in campo libero, che la soluzione funzionava bene, ero contentissima e mi è uscito un sorriso spontaneo. Mi sono detta: "Non ci sarà nessuna in partenza che proverà la gioia che ho dentro io". Non ho sentito tensione e sono molto contenta perché su quattro discese ne ho vinte tre e l'altra l'ha vinta comunque un'italiana".

Con questo successo incredibile sente di aver spostato ancora i limiti del possibile?

"No. Penso che tanti motociclisti facciano una cosa del genere. Io avevo dominato le prove con oltre un secondo di margine e mi sono detta che in discesa sono talmente dominante, che se proprio non riesco a spingere in partenza o a sciare come so, mi basta comunque stare in piedi per avere ancora margine. Non mi aspettavo di vincere, ma neanche null’altro. Ho fatto una cosa grandiosa, ma in discesa ho un livello di confidenza assoluto".

Nelle inquadrature si vedeva la sua mano ancora sanguinante: si è aperta in gara?

"No, ma ci sono due buchini vicino all'indice e al medio, dove hanno infilato il filo per chiudere la cicatrice sulla mano. Hanno sanguinato per tutta la notte e non smettono, per cui la mano dopo la gara si è gonfiata molto. Le ferite, comunque, son ben chiuse. Non ho preso antidolorifici, a parte un po' di paracetamolo. Non è tanto la placca in sé, ma il gonfiore che mi impedisce di muoverla: in posizione a uovo e sui salti mi sentivo un po' limitata".

Cosa significa essere Sofia Goggia?

"Io sono io, non è che mi renda tanto conto di quello accade, anche se so di aver fatto qualcosa che ha dell'incredibile. Dopo Pechino, in cui ho fatto un'Olimpiade su una gamba sola, una mano era ok: meglio aver le gambe che le mani, anche se nella prima discesa, in cui sono arrivata seconda, mentre scendevo sentivo le ossa che si spostavano. Devo ammettere anche che, dopo l'operazione, quando ho tolto le fasce e visto la cicatrice, mi è venuto male al cuore. Sono finita ancora una volta sotto i ferri: da un lato mi dispiace, dall'altra è venuta fuori una vittoria epica".

I suoi piani dopo St. Moritz vanno rivisti?

"Sì, perché dovrò fare fisioterapia per far sgonfiare questa "tripla" mano. Non farò i giganti di Semmering, né gli allenamenti prenatalizi".

A livello di popolarità, si sente come Alberto Tomba?

"Tomba viveva in un'altra era, noi abbiamo anche i social e comunichiamo in maniera diversa. Alberto è irraggiungibile come popolarità, anche se godo di una buona visibilità".

Che posto occupa nel tuo cuore questa vittoria?

"Direi nelle Top 3 di Coppa. Quella che mi è piaciuta di più per cattiveria agonistica è stata a Bad Kleinkirchheim nel 2018, però questa è epica".

Che titolo da film darebbe a questa vittoria?

"È stata la mano di Sofia".