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Sofia Goggia, dagli sci alle… galline: “Aiuto un progetto che mi affascina”

Sofia Goggia, dagli sci alle… galline: “Aiuto un progetto che mi affascina” - immagine 1

La campionessa azzurra di sci racconta la suo nuova attività in attesa di riprendere le competizioni agonistiche

alfa

In attesa di tornare a indossare sci e scarponi e riprendere la stagione agonistica, Sofia Goggia si dedica... all'allevamento: la campionessa azzurra, come raccontato in un'intervista concessa al Corriere della Sera, ha deciso di aderire a un progetto di valorizzazione del territorio bergamasco, investendo in un'azienda agricola.

"Ho deciso di investire nel progetto “Le Selvagge”, un’azienda agricola che alleva 2.500 galline: vivono allo stato brado in un bosco sopra Nembro e sotto Selvino, a Lonno, ascoltano musica classica tutto il giorno e le loro uova, certificate come biologiche, sono vendute anche a ristoranti top, ad esempio quelli di Cracco a Portofino e a Milano e il Carlo Magno a Brescia. Una piccola voce emersa nel silenzio di giorni terribili, soprattutto nella mia Bergamo. Marco Rossi, un ex ristoratore che aveva le uova quale denominatore comune delle sue proposte culinarie, decise di cambiare vita e si mise a studiare le galline livornesi. Atto finale: l’apertura di un pollaio speciale, dove i pennuti possono vivere felici e avere uno spazio ben superiore ai 6 metri quadrati ciascuno che fanno scattare la qualifica di “biologiche” alle uova".

"Io non sono vegana, mangio carne anche perché nella dieta di una discesista è bene che ci sia. Ma mai la sacrificherò, ci mancherebbe. Quanto al latte, sono basita nel realizzare che la gente non sa che una vitellina non può produrlo finché non è coperta. Durante il Covid venivano dei ragazzi, figli di amici dei miei genitori, a vendermi le uova: costavano poco, quasi me le davano gratis. Tramite loro ho conosciuto questa realtà che mi ha incuriosito: il progetto di Marco mi ha entusiasmato. L’iniziativa ha avuto una eco importante nella Bergamo di quei brutti giorni: l’azienda ha cominciato a vendere ai privati, poi agli esercizi commerciali e ai ristoranti".

"Aiuto anch’io con la pollina, sì rimuovo la “m...” e mi viene in mente la risposta che Thomas Shelby nella serie televisiva Peaky Blinders diede ai contadini che gli domandavano perché fosse lì: “Cerco solo di ricordarmi che cosa sarei stato se non fossi diventato chi sono”. Il contadino è spesso disdegnato: passa per essere grezzo e rozzo e privo di cultura. In realtà ha dalla sua una cultura ancestrale ed è questo che mi ha affascinato, oltre alla possibilità di valorizzare il mio territorio. Il nome “Le Selvagge”, poi, mi pare perfetto per le mie galline: mica potevo allevare l’oca Samantha...".