Il Tribunale arbitrale dello Sport (Tas), successivamente sostenuta dalla giustizia svizzera, ha confermato questo divieto. L'atleta sudafricana ha portato il caso davanti alla Cedu, che si è pronunciata a suo favore. La sentenza non invalida però il regolamento mondiale dell'atletica leggera e non le ha aperto la strada al suo ritorno negli 800 metri senza cure. Le autorità svizzere hanno ottenuto anche il rinvio alla Grande Camera della Cedu, una sorta di organo di appello, le cui decisioni sono definitive.
Questa battaglia legale, "è il motivo per cui stiamo combattendo per lo sport femminile. Il mio futuro è lottare contro l'ingiustizia, per l'inclusione e la diversità", ha detto Semenya alla Bbc. "Ormai nello sport ho vinto tutto ciò che volevo, e adesso, per quanto mi riguarda, non permetterò a certi leader che entrano nella nostra attività di distruggerla. Il mio obiettivo è dare potere alle donne e assicurarmi che abbiano voce".
(ANSA)
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