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Quartararo: “In Italia si sono accorti del mio cognome solo dopo le vittorie”

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Il pilota della Yamaha, campione del mondo di MotoGP nel 2021, ha voluto scherzare sulle sue origini italiane

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Francese, ma con chiare origini italiane. Fabio Quartararo, campione del mondo di MotoGP nel 2021, è uno dei candidati a raccogliere l'eredità di Valentino Rossi. In un'intervista concessa al Corriere della Sera, il pilota della Yamaha si è raccontato tra passato, presente e futuro.

Marquez sta vivendo un periodo terribile, l’ha sentito?

"Sì, gli ho mandato messaggi di incoraggiamento. Dal 2020 non ha avuto pace, è stato sfortunato. Posso solo provare a farlo sentire meglio".

Fabio, il «Diablo». Sta crescendo, ci tiene ancora a questo soprannome?

"Mi ha portato fortuna e non lo lascio. Nasce da un casco con un diavolo che mettevo a 7 anni. Uno mi fa: “Ecco il Diablo”. E da allora tutti mi chiamano così".

Mamma parrucchiera, papà ferramenta. La sua carriera è stata segnata dai sacrifici e all’inizio non decollava. Ricordi?

"Papà mi portava con il furgone tutti i fine settimana dalla Francia alla Spagna per le gare. Percorrevamo oltre 100mila km l’anno e a casa non giravano tanti soldi. Abbiamo vissuto periodi duri, ma ne è valsa la pena".

Dal furgone alla chiamata del presidente Macron, che sensazioni ha provato?

"È stato strano. E poi pochi giorni fa i complimenti del presidente dell’Indonesia per il podio a Mandalika. È bello vedere persone così importanti interessarsi a me, a noi piloti. Penso a mio papà: ha corso qualche gara europea, ma poi ha smesso perché non poteva permettersi questo sport".

Quartararo, francese al 100% ha ripetuto più volte. Di italiano che cosa conserva?

"Sono origini lontane, da parte dei nonni. Ma questa storia mi fa sempre ridere: in Italia si sono accorti del mio cognome soltanto dopo che ho cominciato a vincere. Quando finivo le gare nel fondo nessuno lo notava".

È andato dallo psicologo da giovanissimo, perché?

"La prima volta non è semplice decidere di incontrarlo. Ma poi capisci quanto sia importante: so che ogni volta che ho bisogno, se ho delle domande, posso rivolgermi a lui. Anche se è un po’ che non ci vado".