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Portanova: “Nessuna violenza. Sono innocente, sarò assolto. La ragazza…”

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In una lunga intervista al Secolo XIX, il giocatore del Genoa rompe il silenzio: "Sono innocente"

Gianni

Manolo Portanova rompe il silenzio. Il giocatore del Genoa da un anno e mezzo è al centro di una vicenda complessa. Una studentessa di 22 anni di Siena accusa lui, suo fratello, il cugino e un amico di una violenza sessuale di gruppo. "È stata la ragazza che ora mi accusa a cercarmi con un sms esplicito; non c'è stata alcuna violenza sessuale di gruppo ma un rapporto consenziente. Queste accuse mi hanno tolto anche la Nazionale. Il carcere? Sono innocente, sarò assolto", dice il giocatore intervistato dal Secolo XIX.

"Credo sia arrivato il momento di far sentire la mia voce. Ho preso questa decisione con la mia famiglia e soprattutto con il mio avvocato Bordoni dopo essere stato attaccato dai mass media. Non replicare poteva sembrare vigliacco o come se non avessi nulla da dire. La scelta del rito abbreviato è stata fatta per chiudere al più presto la vicenda: aggiungo che le carte del processo sono già sufficienti per ricostruirla".

Con la ragazza come vi siete conosciuti? Lei sulla sua rubrica era salvato come il calciatore. Perché La chiamava così?

"Lei mi ha scritto per prima su Instagram un messaggio esplicito e poi ci siamo visti qual- che volta di sfuggita, prima di quella sera. Ci siamo anche mandati altri messaggi e poi il 30 maggio abbiamo deciso di incontrarci con amici e amiche. Mi dispiace avere appreso successivamente che lei mi chiamava iil calciatore. Io sono Manolo e questo conta molto di più. Peccato che non lo abbia capito. Anzi nel corso del processo è uscito fuori che in alcuni messaggi con la sua amica mi definiva: un fottutissimo timido. Questa è una cosa vera...che anche lei ha capito".

Ha mai parlato con lallenatore Blessin di questa vicenda?

"Con il mister abbiamo affrontato la cosa subito dopo che sono usciti alcuni articoli molto pesanti su di me. Allinterno anche assurdità, fatti che non sono mai stati neppure oggetto di contestazione della Procura. Ricordo bene quel giorno: Blessin teneva i giornali in mano e mi guardava fisso negli occhi. Gli ho raccontato i fatti per come sono andati: il mister non solo mi ha creduto ma mi ha trasmesso una grande forza. Pensare alla mia professione poi è stata la salvezza. A Blessin sarò grato per tutta la carriera e tutta la vita".

Portanova ha paura di finire in carcere?

"Nella mia testa chiedo sola- mente giustizia e verità. Provo dolore per la ragazza e per le sue fragilità, ma rivendico la mia innocenza con tutte le mie forze. Un'innocenza che mi porterà ad uscire fuori pulito da questa vicenda. Non sono uno stupratore. Quelli sì che meritano di finire in carcere".

(Il Secolo XIX)

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