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Pellegrini: “Per il matrimonio siamo in alto mare. Maternità? Senza fretta né limiti”

Ufficio Stampa Mediaset

Lunga intervista concessa da Federica Pellegrini a La Gazzetta dello Sport. L'ex nuotatrice ha parlato anche di politica e futuro.

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Lunga intervista concessa da Federica Pellegrini a La Gazzetta dello Sport. L'ex nuotatrice ha parlato anche di politica e futuro.

Tra presidente della Federnuoto o del Coni quale sceglierebbe?

«Io non sono per niente politica. Entrando veramente col cuore in mano a far parte di giunte, consigli nazionali e quant’altro, devo dire che Giovanni Malagò ha una capacità e una conoscenza sportivo-politica veramente impressionante. E una passione incredibile».

La politica è un mondo che l’affascina?

«È molto complicato. Semmai avessi un ruolo del genere, dovrei mettere in gioco la mia vita che tanto volevo fare tranquillamente e lasciarla in un angolo. Adesso come adesso non ne ho voglia e non sono neanche preparata per farlo. Tra dieci anni vedrò».

Si candiderebbe alle elezioni politiche?

«Non sono fatta per la politica pura, non è semplice. Direi di no. La politica sportiva la posso accettare, quella parlamentare in questo momento no. Io deve essere pronta per fare le cose, devo sentirmi preparata. Se mai avessi un ruolo nello sport devo essere messa lì per meriti, non perché me lo regalano».

Ora avrà più paura ad esporsi?

«Io non ne ho mai avuta, neanche quando ero una ragazzina di soli 16 anni. Le mie battaglie le conosco e conosco le conseguenze. A 16 anni litigavo per far convocare il mio allenatore (Di Mito, ndr). Forse sono nata con qualche gene rivoluzionario… Non so».

La sciatrice Shiffrin è cresciuta con un motto: dovremo sempre battere i ragazzi. Allenarsi con gli uomini l’ha aiutata tantissimo.

«Anche a me. È stata la svolta, io ho avuto sempre il talento per potermi allenare con gli uomini, ci devi arrivare a riuscire ad allenarti con loro. E a furia di prenderle, prenderle, prenderle, dopo un po’ ti girano le “balle” e cominci a evolverti un po’».

Ha mai sacrificato qualcosa?

«Nulla, perché è la vita che ho scelto io. Poi ho fatto una bella vita nonostante la fatica, le pressioni, le delusioni».

Col senno di poi quanto ha sofferto le pressioni?

«A volte sì. Le crisi di panico nascevano da quello. Tante gare un po’ buttate per inesperienza e un po’ per la pressione che ti blocca tutto, il modo di pensare, come nuoti e tutto il resto. Ho imparato sempre di più a gestirla negli anni, ma perché col tempo me ne sono fregata di quello che diceva la gente. Fa tutto parte delle esperienze vissute».

Ha ripetuto due volte l’oro mondiale nei 200 sl.

«È stata tanta roba. Quell’1’54”2 del 2019 a 30 anni vale il record mondiale di Roma».

Tornerà a Pechino a febbraio da rappresentante Cio: voglia di rientrare nel Water Cube dell’oro olimpico?

«In Cina ci andrò con un altro ruolo. A Parigi 2024, invece, vorrei che ci fosse Matteo come allenatore e così ci sarei per fare il tifo. Tutto questo mi aiuta molto in questo momento di passaggio, sapere che io in tutte le gare importanti, soprattutto quelle olimpiche, ci potrò essere…».

Come vanno i preparativi per il matrimonio?

«Dobbiamo fare la lista invitati. Io ho abbozzato la mia, Matteo la sua. Non abbiamo scelto il giorno, chi ci può dare una mano, se vogliamo i confetti o i Baci Perugina, in quale chiesa...Siamo in alto mare».

Pensa alla maternità?

«La maternità l’ho sempre immaginata in maniera naturale. Non abbiamo limiti o fretta».

L’elezione al Cio è stato un momento cruciale per lei?

«Ero un po’ tesa, non ci credevo. Tutti mi dicevano “guarda che è difficile”. Ho fatto la campagna elettorale fuori dalla mensa, a girare col cappellino. Non ero proprio votata. E invece…».

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