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golssip news Paola Ferrari: “Anche io vittima di video hard creati con AI. Bisogna denunciare”

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Paola Ferrari: “Anche io vittima di video hard creati con AI. Bisogna denunciare”

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La giornalista ha voluto scendere in piazza a Roma per partecipare al flash mob “Non con la mia faccia #iodenuncio"

Si è svolto a Roma, in piazza Capranica, il flash mob "Non con la mia faccia #iodenuncio", organizzato per denunciare e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla nuova frontiera della violenza digitale: la pubblicazione di video e fotografie generati con l'intelligenza artificiale, con volti di donne reali su corpi non loro, in contesti pornografici.

La giornalista Paola Ferrari, anche lei vittima di questo grave fenomeno, ha scelto di partecipare a questa iniziativa. Queste le sue parole concesse a Leggo: "Io ho sempre avuto una posizione dura contro lo stalking via web, anche per il mio ruolo di portavoce dell'Osservatorio nazionale bullismo e diseguaglianze. Ero abituata agli insulti, sono molto strutturata, ma non avevo idea che avessero usato anche il mio volto in immagini pornografiche. L'ho scoperto per caso e sono rimasta inorridita, schifata. Mi hanno segnalato quattro siti internazionali che proponevano, come in un "catalogo", i volti di donne famose inseriti in video e foto a contenuto sessuale. È stato scioccante".

Qual è stata la sua prima reazione?

"Disgusto, smarrimento. Ho trovato dentro di me gli anticorpi, ma ho pensato a chi non li ha. A quelle ragazze che magari si tolgono la vita per un video privato finito online. Io ho denunciato, mi sono rivolta a un avvocato e ho fatto un post pubblico. Ma non è facile: andare in questura, mostrare certe immagini, è un'umiliazione. La vergogna è la prima barriera. Però ho capito che se io, che ho un volto conosciuto, mi nascondevo, non avrei aiutato nessuno. Ho voluto rompere il silenzio, anche per dare coraggio alle altre. Sono molto delusa dalla piega che ha preso questa situazione. In Italia abbiamo sdoganato le escort e Onlyfans che sono la normalità, stravolgendo i valori di dignità e di decoro che ogni persona dovrebbe avere al suo interno. Si tratta di uno stupro fotografico. È una violenza, non fisica ma psicologica. Ti senti violata nella tua immagine, nel tuo corpo".

Che cosa ha provato vedendo quelle immagini?

"Mi ha turbata nel profondo. Ho sentito come se qualcuno fosse entrato nella mia sfera più intima, quella sessuale. Mi è venuto un senso di disgusto, di sporco. Ho perso sicurezza. Ho ritrovato paure che non avevo da quando ero ragazza. Per me fare l'amore significa amore, rispetto, intimità. Quelle immagini mi hanno sporcato anche quel pensiero".

Quanto è difficile denunciare?

"Molto. È facile dire "denunciate", ma farlo è durissimo. Serve un cerchio di persone che ti sostengono, amiche, familiari, uomini che capiscono. Bisogna creare una rete di solidarietà perché da sole non ce la si fa. Chi denuncia, oggi, è una superdonna".

Il flash mob "Non con la mia faccia" è stato un momento forte. Che cosa ha significato per lei?

"Mi sono emozionata. Non scendevo in piazza da tantissimi anni. Ma era giusto esserci, con le altre donne, per accendere una luce su questa vergogna. Ho sentito la forza delle donne, unite, senza bandiere. Quando ci sono battaglie come questa, dobbiamo esserci tutte".