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Nuoto, la rinascita di Peaty dopo depressione e alcol: “3 anni infernali”

Nuoto, la rinascita di Peaty dopo depressione e alcol: “3 anni infernali” - immagine 1
L'olimpionico della rana racconta il tunnel della depressione e la dipendenza dall'alcol: "Ne sono fuori dopo 3 anni infernali"
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"La fede mi ha aiutato ad affrontare le battaglie mentali. E' una vera vittoria per la mia squadra, la mia famiglia e per me stesso. Abbiamo superato gli ultimi tre anni infernali".

Adam Peaty, detentore del record del mondo dei 50 e 100 rana in vasca lunga, ha ottenuto il pass per Parigi 2024 vincendo il titolo britannico dei 100 rana nei Trials in corso al London Aquatics Centre. E non era scontato perché per guadagnarsi la qualificazione ai Giochi ormai imminenti il campione ha dovuto sconfiggere depressione e dipendenza dall'alcol.

In vasca si è visto un Peaty in ripresa, che sta continuando la risalita dopo essersi preso una lunga pausa per concentrarsi sulla propria salute mentale, uno stop che l'aveva indotto a saltare i Mondiali dello scorso anno a Fukuoka. A Londra ha vinto in 57"94, suo miglior tempo da quando ha difeso il titolo nel 2021 a Tokyo. Alla domanda se è tornato al suo meglio, il tre volte olimpionico, 29 anni, ha risposto fiducioso: "Penso di sì".

"Un 57"9 è molto buono, non è ancora dove voglio arrivare - ha aggiunto - ma è il primo risultato solido, che mi fa dire 'Oh, non molte persone possono ottenerlo' ". Quarto ai Giochi del Commonwealth del 2022 dopo essersi rotto un piede, è stato lontano dalle gare per gran parte del 2023 per curarsi, consapevole di essere entrato in una "spirale autodistruttiva". "Non volevo più vedere una piscina. Lo sport mi aveva distrutto - ha raccontato - Non sapevo quale strada prendere, ma ora mi sveglio ogni giorno e mi godo il mio lavoro". Al suo ritorno, lo scorso febbraio, aveva vinto il bronzo mondiale a Doha. La sua è l'ennesima favola di un atleta capace di lottare pur di ritrovare la gioia della competizione. Prima di Peaty il rigetto della quotidiana pressione interna ed esterna, l'ansia da prestazione, hanno travolto tanti altri fuoriclasse dello sport. In piscina Michael Phelps e Ian Thorpe, nel ciclismo Mark Cavendish a Gianni Bugno, Naomi Osaka e l'australiana Ashleigh Barty nel tennis. E tanti protagonisti del calcio, da Andres Iniesta a Josip Ilicic e Gianluigi Buffon. Favole non sempre a lieto fine, come quella di Paul Gascoigne, che dai demoni instillatigli dall'alcol non è mai riuscito a liberarsi. Più di recente ad attirare l'attenzione su di sé è stato Daniel Osvaldo - l'ex attaccante italo-argentino di Fiorentina, Roma, Inter e Juventus - che in un video pubblicato su Instagram ha raccontato di come la depressione lo ha portato al bere ed assumere droghe.

(Fonte: ANSA)

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