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Noemi Bocchi, parla l’ex: “Ecco come è finita. La sua denuncia? Falso ciò che racconta”

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Le parole di Mario Caucci: "Noemi? È una donna che ti prende. È una bella donna, quando vai in giro con lei suscita un certo effetto"

Marco

Mario Caucci, ex marito dell'attuale compagna di Francesco Totti Noemi Bocchi, ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Chi, nella quale ha ripercorso tutta la sua vecchia relazione: «Nel 2008, eravamo a una festa, qui a Tivoli. Avevamo amici in comune, chiesi informazioni su di lei e lei mi scrisse su Facebook. All’epoca era fidanzata. Mi sono innamorato perdutamente, è stata una storia d’amore grandiosa. Eravamo molto giovani con una voglia di spaccare il mondo e dimostrare a tutti di poter fare qualsiasi cosa».

Qual è il fascino di Noemi?

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«È una donna che ti prende. È una bella donna, quando vai in giro con lei suscita un certo effetto: è sempre curata, molto ben vestita, attenta al dettaglio estetico».

È vero che disse a sua moglie che non avrebbe dovuto lavorare perché avrebbe pensato a tutto lei? Non pensa che questo possa averla allontanata?

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«La verità è leggermente diversa. Provengo da una famiglia all’antica, dove il marito provvede al lavoro e la moglie si occupa della casa e dei figli. Poi, giustamente, visto che non siamo all’età della pietra, ho capito che questa veste le stava stretta. Stava studiando e doveva portare a termine l’università. Quando è nata Sofia, ha dovuto interrompere. Poi mi ha detto: “Vorrei continuare a studiare”, e io: “Nessun problema”. Dopo che è nato Tommaso, mi ha detto: “Vorrei riprendere di nuovo”. E io l’ho iscritta per la terza volta, pagando anche gli anni in cui non aveva frequentato».

Che cos’è successo nel 2017?

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«Nel 2017, forzatamente, ho preso una casa per noi a Roma. Quello è stato il mio primo grande errore. È stato l’inizio della fine. Ci siamo trasferiti prima dell’estate, mia madre stava male e, il 2 ottobre 2017, è morta. Con lei è venuto a mancare il perno, il pilastro fondamentale mio e di tutta la famiglia. Una donna meravigliosa, una donna unica, portata via giovanissima da un tragico male. Il trasferimento a Roma ha segnato la fine del mio rapporto con mio padre e mio nonno. Senza mia madre sono caduto in una disperazione totale perché mi sono venuti a mancare la bussola, il consiglio, l’amore di una mamma, qualcosa che soltanto chi ha perso un genitore può capire. È un dolore che non passa mai, che è uguale ogni giorno».

E poi?

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«Ho ripreso a lavorare, in qualche modo. Il 6 novembre del 2017, un mese dopo, rientro a casa e mia moglie mi dice: “Ti devo parlare. Sai che le cose tra noi non vanno bene, ci stiamo provando ma è dura, è molto difficile. Ti consiglio, quindi, visto che viaggi molto, di fare così: se devi stare fuori 3 giorni, stai fuori 10 giorni, se devi stare fuori 5 giorni, stai fuori 15, allentiamo la relazione e vediamo come va”. E lì mi cade il secondo pilastro, a distanza di un mese. Avevo bisogno dell’amore di una moglie, dei figli, di rientrare in un nido dove sentirmi protetto. Il 7 novembre prendo le mie cose e ritorno nella mia casa di Tivoli e lì cado in depressione. Rimango sdraiato su un divano per tre mesi, in una casa che era stata spogliata di tutto perché l’arredo era stato portato a Roma. Tornavo da solo dentro una dimora che avevamo costruito insieme, dove prima entravo e i miei figli mi correvano incontro dicendomi: “Papà!”. Non c’era più niente, neanche i lampadari, c’erano i fili che pendevano».

Sua moglie che cosa ha fatto?

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«Ha iniziato a chiedere quello che, secondo lei, le spettava: “Mi devi dare questo”, “voglio la macchina nuova”, “mi servono questi soldi”, tutta una serie infinita di richieste che non potevo accontentare perché non avevo più risorse. Da lì è scaturita una richiesta di separazione giudiziale».

La versione di sua moglie, lo diciamo, è diversa. Nel settembre 2019 l’ha denunciata per maltrattamenti. Dalle carte si legge che, secondo Noemi, nel 2017, dopo la scomparsa di sua madre, lei “ha cominciato ad allontanarsi da me e dai figli, portando a casa un clima di totale assenza di rapporto e dialogo, dicendo che ormai la sua vita non aveva più senso”. Nel novembre del 2017 lei avrebbe abbandonato sua moglie, lasciandola sola a casa con i suoi figli. In seguito non le avrebbe fornito assistenza alcuna, così Noemi ha depositato un ricorso per la separazione giudiziale. Nell’aprile 2019 firmate un accordo consensuale, ma una settimana dopo lei, così raccontano i documenti, sarebbe piombato a casa di Noemi, di notte, le avrebbe chiesto di aprirle la porta, avrebbe insistito per entrare e parlare con lei, le avrebbe messo le mani al collo, l’avrebbe strattonata e aggredita. Sono accuse gravi.

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«È una macchinazione per arrivare ad altri risultati. Non è assolutamente vero quello che racconta ma, siccome c’è un procedimento in atto, non posso dare più informazioni prima che io le possa rendere a un giudice nella sede dove doveva rimanere questa cosa. Sono sconvolto perché soltanto oggi viene alla luce questa storia, viene infangato il mio nome, la vita di un uomo, di un padre, quando fino a ieri non c’era alcun interesse a renderla pubblica. Dall’inizio di questo incubo ho cercato di proteggere i miei figli. C’è qui il mio avvocato, lui sa tutto quello che ho fatto per la mia famiglia. La grande differenza è che posso parlare con dati oggettivi e dico che, dall’inizio di tutta questa storia, non ho mai attaccato nemmeno una volta, ho sempre subito richieste assurde, di tutti i tipi, ho subito una separazione giudiziale assurda, ho subito ripicche, ho dovuto lottare ogni volta per difendermi».

Perché ha deciso di parlare?

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«Perché voglio poter dimostrare ai miei figli che ci si deve impegnare nella vita con tutta le forze per difendere i propri valori e la propria storia e bisogna andare avanti a testa alta, con coraggio. Oggi parlo e parlerò perché ho la fortuna di poter essere ascoltato, ma ci sono migliaia di persone che non vengono ascoltate. Persone che nessuno ascolta e che sono le vere vittime. Se io fossi quello che viene descritto non potrei avere con me tutti i weekend i miei figli, non potrei andare in vacanza con loro, perché, se fai certe cose, i figli te li levano».

 

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