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Napoli, l’ex capitano Bruscolotti vittima degli usurai: “Impossibile uscirne”

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Lo storico difensore partenopeo ha vissuto un autentico incubo: "Non lancio appelli, ognuno si assume le sue responsabilità"

alfa

Brutta storia riguardante Giuseppe Bruscolotti: l'ex difensore e capitano del Napoli è stato vittima per anni degli usurai della Camorra. Questo il suo racconto, affidato a Repubblica: "Purtroppo quando gli affari vanno male capitano situazioni del genere. Certo, con il senno del poi è facile dire che sarebbe stato meglio non farlo. Ma non lancio appelli, ognuno si assume le sue responsabilità come ho fatto io in tutta la mia vita. Anche in questa vicenda mi sono comportato così".

Bruscolotti era una delle vittime del giro di usura gestito nel quartiere di Fuorigrotta per almeno quindici anni, a partire dal 2005, dalla famiglia Volpe il cui anziano capostipite, Antonio, storico esponente del clan camorristico Baratto, è stato assassinato in un agguato il 15 marzo 2021. Il suo calvario inizia nel 2011 quando una sua conoscente, titolare di un'agenzia di viaggi, ha bisogno di chiedere un prestito ad Antonio Volpe e l'ex calciatore, amatissimo dai tifosi, glielo presenta. Quando la donna non riesce più a onorare il debito, Volpe chiede a Bruscolotti di farsene carico. Pochi mesi dopo, anche l'ex atleta si ritrova in difficoltà perché il suo ristorante, "10 maggio 1987" (data del primo scudetto del Napoli) va in crisi. Chiede un prestito di 65mila euro e gli viene chiesto di restituirlo al ritmo di 2400 o 2600 euro al mese, poi diventati mille. Da allora, Bruscolotti paga con enormi sacrifici e viene anche redarguito quando, nel pieno dell'emergenza Covid, con la sua agenzia di scommesse chiusa, non riesce a versare la "rata".