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Mia Ceran: “Vorrei Totti a ‘Quelli Che’. Felicissima per Mou alla Roma, Mancini…”

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Mia Ceran, giornalista e conduttrice TV, ha parlato a La Gazzetta dello Sport dell'avventura a 'Quelli Che'

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Mia Ceran, giornalista e conduttrice TV, ha parlato a La Gazzetta dello Sport dell'avventura a 'Quelli Che'.

Mia, visto che parliamo in qualche modo della Roma, cosa dice del nuovo personaggio che imperversa, Josè Mourinho?

«Sono felicissima che sia arrivato. I miei amici romanisti sono particolarmente emozionati. Unisce talento, capacità di spettacolo e da intrattenitore. In un mondo di automi è un grande personaggio».

Ora tocca alle donne: chi ammira nello sport?

«Bebe Vio. Su tutte. L’ho intervistata e sono rimasta sedotta dalla sua energia. Ha una capacità empatica incredibile».

Una wonder woman. Ora lei, che è mamma da due mesi e deve condurre un programma tv, si sente un po’ wonder woman?

«No. Sono contraria a questo concetto. Voglio provarci e sicuramente ho bisogno di aiuto che per fortuna ho».

Nella squadra di «Quelli che» c’è pure Adriano Panatta. Come si trova con lui?

«È un mito, ho frequentato a Roma i posti in cui ha fatto la storia ed è amato. I suoi racconti sono pezzi di un mondo che non tornerà più. Ci divertiamo e lo amiamo. Perché lui è se stesso, è quello che vedete in tv».

Restiamo sugli eroi: Roberto Mancini, guidando l’Italia alla vittoria dell’Europeo di calcio, lo è diventato.

«Abbiamo bisogno di eroi. Abbiamo bisogno di chi fa bene. In un mondo che sembrava paralizzato dalla grande crisi, lui e i suoi ragazzi sono diventati simboli di una rinascita collettiva. Non hanno mai mollato e hanno trovato le motivazioni giuste con uno sforzo costante».

Il 1° agosto stava per diventare mamma (Bruno è nato il 9). Immagino fosse a casa quel pomeriggio. Ha visto quello che è successo all’Olimpiade di Tokyo?

«Sì. Certo. Ero a casa e mi sono emozionata vedendo le imprese di Jacobs e Tamberi. Tutti i trionfi di questa splendida estate li ho vissuti col carico emotivo degli ormoni. Ho pianto tanto. Anche per le tre ragazze della Paralimpiade: Sabatini, Caironi e Contrafatto».

Lei, a parte il momento attuale, pratica qualche sport?

«Vengo da una famiglia sportiva. Ho sempre sciato. Ho, invece, odiato i 10 anni di nuoto. Il cloro e il phon d’inverno. Il tennis è un piacere costante. Ora sono una fan di yoga e pilates».

Sono, invece, parecchi i suoi fan. È stata mai corteggiata da un calciatore? Mai qualche messaggino?

«Se ci sono stati, sono stati a modo ed eleganti. Non li ho mai interpretati come avances».

Inizia il suo quinto anno a «Quelli che»: come si trova con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, i due conduttori che hanno una spiccata vena comica?

«Ora li considero amici, anche se non ci frequentiamo tanto. Nel senso che non ordiniamo insieme le pizze al sabato sera. Ma sono due persone oneste e so che se ho bisogno ci sono. All’interno del programma siamo una bella squadra. Con tanti talenti. Sarà una trasmissione di atmosfera, con la componente calcistica che, per la collocazione al lunedì, logicamente viene un po’ meno. La domenica pomeriggio sul campionato ha chiaramente un altro impatto. Il mio è un controcanto rispetto al circo allegro».

Eppure lei a «Quelli che» ha fatto pure l’inviata sui campi.

«E come dimenticarlo. Sono stata pure a Crotone a vedere la partita dal 7° piano dell’ospedale San Giovanni di Dio. Perché da lì la gara si vedeva eccome».

Quale personaggio sportivo l'ha colpita maggiormente?

«Totti. Vorrei averlo nel programma, non l’ho mai conosciuto. È un esempio. Prescinde dal tifo. Se vivi a Roma sai molte più cose di quelle che hai visto sul campo. Una su tutte: fa tanta beneficenza. È una persona nobile. Poi mi è sempre piaciuto il suo senso di appartenenza alla città che lo ama e lo ha amato. E’ entrato nel cuore di parecchie persone».

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