Matri: “Federica Nargi? Le foto social gliele faccio io. Matrimonio? Dico…”

Alessandro Matri, ex centravanti, ha concesso un'intervista ai microfoni del Corriere della Sera per parlare della sua relazione con la compagna Federica Nargi. Queste le sue parole.

Avevate 18 e 24 anni, che amore era?

«Fino al 2015, molto a distanza, io giocavo al Cagliari, poi alla Juventus, alla Fiorentina, al Genoa e solo in parte a Milano, dove lei lavorava. Quello ha aiutato. Poi, sono andato alla Lazio e abbiamo iniziato la convivenza a Roma, dove lei ha i genitori. A quel punto, c'era da tempo l'idea di fare famiglia».

Che intende per «gelosia estrema»?

«Ora non più, ma controllava a che ora tornavo, con chi uscivo. Faceva scenate».

Che cosa vi ha conquistato l'uno dell'altro?

«La parte estetica all'inizio ha contato, ma soprattutto ho visto che lei stava bene nel mio mondo, coi miei amici d'infanzia, con la mia famiglia al paesino, a Graffignana, nel lodigiano. Sono duemila abitanti e ci accontentiamo di andare al bar, vederci a casa. Ho capito che non mi avrebbe allontanato dai miei affetti. Veniamo da famiglie umili, abbiamo gli stessi valori».

Su che cos'altro litigate?

«Quando chiede "cos'hai?", mi domando subito: cos'ho fatto? E ora stiamo finendo il trasloco da Roma a Milano e ogni intoppo è colpa mia, se un mobile si rompe, se arriva in ritardo... A proposito di social, le foto che lei mette su Instagram le faccio io. Non so se mi spiego. Sono schiavizzatissimo. Non è che mi dia fastidio fare una foto, ma la faccio e lei dice che la luce è sbagliata, il vestito da cambiare... Per farne una, dobbiamo farne cento. Questo tutti i giorni».

I momenti no della vostra storia? Alessandro:

«Tante, tante discussioni. Aumentate con l'arrivo delle figlie: essere genitore ti obbliga a prendere decisioni continue».

Pregi e difetti dell'altro?

«È pesante sul disordine, fa la mamma anche con me. Però, è solare, attiva, e dopo tanti anni, essere mamma non ha soverchiato l'essere compagna».

Il matrimonio arriverà?

«Arriverà. Ma già avere un figlio vuol dire "per sempre". Lo faremo perché è un segno d'amore e una tutela delle figlie».