news

Lippi: “Cina Paese straordinario. Sono in contatto con tante persone, c’è grande dispiacere”

L'ex ct della Cina ha parlato a Quarta Repubblica del momento della nazione piegata dall'epidemia

dellas

«Per me la Cina è un Paese straordinario, una potenza mondiale, alla quale mi sono anche affezionato. Sappiano che l’Italia gli è vicina e il fatto che un gruppo di scienziate italiane abbiano isolato il virus è una notizia bellissima, perché è proprio nella scienza che l’importanza di fare squadra assume veramente dimensioni altissime». Questo è quanto afferma Marcello Lippi in un’intervista che andrà in onda stasera, in prima serata a “Quarta Repubblica”, il talk show di politica ed economia condotto da Nicola Porro su Retequattro.

Lippi, il ct degli Azzurri Campioni del Mondo nel 2006, ha allenato anche la nazionale cinese. «Io sono in contatto telefonico quotidiano con tante persone che ho conosciuto, con la stessa squadra che ho allenato. Continuano ad allenarsi, ma hanno sentimenti di grande dispiacere. Quando me ne andavo in giro e mi chiedevano una fotografia, dopo trenta secondi c’erano trecento persone che volevano una foto. Io scappavo e dicevo: “Devo andare, devo andare”. Adesso vedere quelle città completamente vuote è veramente disarmante».

E aggiunge: «Otto anni fa in ascensore li sentivi sputare per terra... Oggi no, oggi sono cambiati molto, si sono occidentalizzati».

Il presidente Xi, quando è venuto in Italia, ha stretto la mano a Marcello Lippi e ricorda: «Sono andato alla cena di gala lo smoking, col papillon...E quando il presidente è venuto verso di me e mi ha stretto la mano, sono rimasti tutti sorpresi perché non fa parte del protocollo che un Capo di Stato si fermi a salutare una persona, altrimenti poi lo vorrebbero salutare tutti. Lui è venuto lì, mi ha fatto i complimenti per il lavoro che ho fatto. Poi mi chiesto: “Ma ritorni in Cina?”. Io non potevo dirgli di no, gli ho dato una pacca sulle spalle e gli ho detto: “Sì, sì, ora vediamo”. E questa cosa qua ha fatto il giro della Cina. Sono tutti impazziti. Mi hanno trattato benissimo in Cina. Mi hanno fatto sentire importante perché hanno capito che io li consideravo importanti».