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La sorella di Matilde Lorenzi: “Il mio gigante buono, tante idee per ricordarla”

La sorella di Matilde Lorenzi: “Il mio gigante buono, tante idee per ricordarla” - immagine 1
Lucrezia, la sorella della sciatrice scomparsa prematuramente, parla al quotidiano ricordando con commozione Matilde
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La morte di Matilde Lorenzi, promessa dello sci azzurro che ha perso la vita in un incidente mentre si allenava in pisto ha scioccato il mondo dello sport e non solo.

La sorella Lucrezia ha parlato di lei ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport:

"Io 26, Matilde quasi 20. Ma tra noi c’è sempre stata la stessa connessione che immagino ci sia tra due gemelle. Quello che provo adesso è un dolore immenso”.

Lucrezia, non è retorica quindi dire che Matilde è e resterà sempre con lei?

“Certamente no, perché è proprio così. Non posso pensare che sia andata via definitivamente. La sua anima è qui con me, con noi. Ci darà la forza di fare tutto, di andare avanti, di cominciare una vita nuova. Una vita nuova in cui Matilde fisicamente non ci sarà, ma dall’alto non ci farà mai mancare il suo supporto”.

Sciare è ciò che vi ha sempre unito di più?

“Anzitutto ci ha unito la vita, il nostro essere sorelle. Allenarsi per lo stesso sport, inseguire gli stessi obiettivi, è stato qualcosa in più. E anche la voglia di faticare, di impegnarsi, di fare sempre un passo in avanti”.

Matilde ha cominciato a sciare per seguirla?

“Sì, e anche nostro fratello Giosuè, così si è ritrovata catapultata nel mondo della neve”.

C’era anche competizione?

“No, non c’è mai stata, anzi se ci trovavamo nella stessa gara era un po’ difficile. Eravamo anche in camera assieme, come a casa quando eravamo piccole”.

Diceva del dolore immenso. Quali altri sentimenti sta provando, adesso?

“A dire la verità sono tanti. Dalla paura alla rabbia, per il fatto che comunque questo sport possa avercela portata via. E dunque è molto difficile, è un mix di emozioni che convivono. Dall’altro lato, ho il dovere di essere forte per tutto quello che dicevo prima. Sì, non è assolutamente facile tenere assieme il tutto”.

Com’era Matilde?

“Una ragazza molto determinata, coraggiosa, con grande passione. Con un sacco di voglia di vivere, spensierata. Una persona super-positiva. Un gigante buono”.

Tutti voi avete dato l’impressione di essere una famiglia davvero molto unita e...

“Ed è anche questo che ci aiuterà. Sì, è sempre stato così e continuerà a esserlo”.

Ci tenete molto adesso a portare avanti il messaggio della sicurezza per chi scia, giusto?

“Abbiamo tante idee, ora dobbiamo raccoglierle, assieme ai fondi, proprio per sviluppare una maggiore sicurezza sotto tanti aspetti. Mi aveva colpito molto, fuori dallo sci, quanto era successo a quella ragazza svizzera al Mondiale di ciclismo (la junior Muriel Furrer, morta in gara a fine settembre a 19 anni; ndr). In questo c’è similitudine con lo sci, quando cadi lo fai sulle tue gambe con poca protezione. C’è bisogno di fare molti progressi”.

C’era un motto, o una frase speciale, che vi legava?

“Prima di ogni gara ci sentivamo sempre. E un modo semplice per sostenerci lo si trovava in ogni occasione. Poteva essere un cuore, o un quadrifoglio. Un qualcosa che potesse arrivare a fondo, anche quando eravamo lontane, per mantenere una connessione potentissima. Come due gemelle”.