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Iannone: “Mi sento ancora un pilota. Stare senza moto mi uccide, divento pazzo”

Iannone: “Mi sento ancora un pilota. Stare senza moto mi uccide, divento pazzo”

L'ex pilota di MotoGP è tornato a parlare della squalifica per doping: "Quello che mi è successo deve essere un esempio"

alfa

Intervistato dal quotidiano spagnolo AS, Andrea Iannone è tornato a parlare della squalifica per doping che lo ha costretto a rinunciare alle gare: "È difficile spiegare come sto. È come se avessi qualcosa dentro di me che mi uccide ogni giorno, perché non mi lasciano fare quello che sapevo fare meglio, ovvero andare in moto. Mi manca ogni giorno. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi sveglio ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota".

"Chiaro che mi manca correre. Ora è così per me, ma non posso continuare a pensare solo a questo, perché se no mi uccido o impazzisco completamente. Sento che mi è stata fatta un'ingiustizia. Quello che mi è successo deve essere un esempio per il nostro sport, bisogna trovare una soluzione per il futuro con delle regole. Bisogna fare qualcosa per impedirci di trovarci in questa situazione ingiusta. Se qualcuno fa qualcosa che non va, ovviamente deve essere penalizzato, ma ogni sport deve essere diverso".

"Mi rimane poco più di un anno e mezzo di squalifica. Non so se tornerò nel paddock. Spero di tornare, ma non so se come pilota. È difficile pensarci adesso. Non mi hanno portato via un sogno: quando si fa un sogno, il sogno rimane e può essere messo in pausa e poi recuperato, ma non è giusto pensare ora se tornerò o meno come pilota. Non so cosa accadrà tra un anno e mezzo. Possono succedere tante cose. Faccio quello che sento ogni giorno. Vivo giorno per giorno. La mia innocenza è provata. La FIM mi ha considerato innocente. Ho sofferto di contaminazione alimentare. Non sono io a dire che sono innocente. Lo dicono loro e anche la prova capelli che mi hanno fatto".