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Goggia: “Ho sofferto, ma a Gaza c’è chi sta sotto bombe”

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La sciatrice azzurra fa il punto dopo l'infortunio sul recupero e il ritorno all'attività: "Studio e guardo avanti"
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Il buio, il senso di smarrimento, poi la determinazione di chi ha affrontato altre sfide con se stessa, e le ha vinte.

Quarantacinque giorni dopo la caduta in allenamento e la rottura del piatto tibiale Sofia Goggia fa il punto, racconta le sue sensazioni e la voglia di tornare.

"Ho voluto aspettare gli esami di controllo prima di fare questa conferenza stampa - dice collegata via zoom la campionessa azzurra dello sci - Li ho fatti la settimana scorsa, ed eccomi qui. In passato mi sono rotta delle ossa ma non avevo mai subito una frattura complicata come questa. Le premesse dell'intervento erano molto complicate, riuscire a costruire l'osso era difficile. L'intervento è riuscito perfettamente e questo è un ottimo punto di partenza. mentre scivolavo - racconta - ho subito capito che mi ero frantumata la tibia e non sapevo come dirlo ai miei tecnici".

"I primi 20 giorni dopo l'operazione sono stati devastanti, sono stata malissimo fisicamente e mentalmente. Emotivamente ero disperata. E' stata una sofferenza. ho visto nero - aggiunge l'atleta bergamasca - ero emotivamente e profondamente disperata. Come ho reagito? So che ci sono drammi ben peggiori ma per un atleta non c'è nulla di più difficile che dover affrontare infortunio. Ho pensato che al mondo c'erano drammi più gravi del mio. Non sono sotto le bombe di Gaza, ho cercato di buttare lo sguardo oltre dove ci sono contesti di sofferenza ben più gravi che la rottura di una gamba dalla quale di guarisce".

"Mi sono rotta il pilone tibiale trasversalmente in più parti, un trauma da compressione e torsione fortissimo e si è frantumata la tibia in più parti - ha spiegato - Ho una piastra a forma di 'L' che mi tiene la tibia ma essendo la frattura così bassa mi hanno fatto un taglio molto lungo per infilare la placca. La mia caviglia nonostante il taglio è molto bella e anche i dottori al controllo erano parecchio contenti".

Goggia ha iniziato subito a fare fisioterapia, è tornata ad allenarsi in palestra e in piscina e guarda al futuro: "I miei programmi riguardano il quotidiano: ho fatto programmazioni macro scandite dai tempi di guarigione, una volta che guarirà l'osso avrò un recupero con una velocità esponenziale. La riabilitazione non è facile ma sono disposta a farla, voglio guarire, tornare sugli sci e preparare la prossima stagione. I tempi per il ritorno? Quelli standard sono di sei mesi. Una volta saldato l'osso e se ho un fisico idoneo per sciare posso anche andare prima. Spesso sono tornata prima, accorciando i tempi, cosa che non voglio fare ora ma non è detto che debba aspettare i canonici sei mesi. Gli ultimi esami hanno dimostrato che si sta formando un callo osseo, tuttavia servirà pazienza per aver la sicurezza di stare bene. Il gigante? Nonostante la caduta non ho intenzione di lasciare questa disciplina gestendola come quest'anno, non partecipando a tutte le gare, ma comunque trovando più stabilità in velocità".

La convalescenza di Sofia Goggia non è solo fisioterapia, palestra e piscina: "Sto approfittando di questo tempo per portare avanti il mio percorso universitario - ha rivelato - ho già dato due esami e ne ho in pancia altri quattro, forse cinque. Cerco di sfruttare il tempo in modo da portarmi avanti nello studio e di fare più esami possibile. Ora sto preparando statistica e storia dei partiti politici. Volevo studiare anche pianoforte, ma con la gamba era impossibile". Parola di Sofia Goggia.

(Fonte: ANSA)

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