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Giorgia Rossi: “Sono l’Ibra della TV ma ho creduto di non farcela. Chi mi critica…”

Giorgia Rossi: “Sono l’Ibra della TV ma ho creduto di non farcela. Chi mi critica…”

Giorgia Rossi ha rilasciato un'intervista a Sport Week, inserto de La Gazzetta dello Sport: ecco le sue parole

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Giorgia Rossi ha rilasciato un'intervista a Sport Week, inserto de La Gazzetta dello Sport:

"Io sono un po' allergica alla monotonia, ho sempre bisogno di mettermi in gioco, di vedere le cose da una prospettiva nuova. Ho fatto un salto rivoluzionario, ma non è un salto nel buio. Dazn è una boccata d'aria fresca, qui è tutto molto diverso rispetto a Mediaset, diamo un segnale forte anche per il calcio in Italia, un segnale di innovazione in una sfida in parte già vinta. Quello che vorrei è diventare grande insieme a Dazn, crescere da un punto di vista professionale ma anche umano, alla scoperta di un mondo che anche per me è nuovo, fatto di giovani pieni di entusiasmo, idee, curiosità e prospettiva. La sto vivendo con leggerezza e serenità ma anche con la giusta dose di responsabilità e non vedo l'ora di iniziare. Domani sarò di nuovo sul campo per Udinese-Juventus".

Nel suo nuovo gruppo di lavoro ha legato con qualcuno in particolare?

"Sono stata felicissima di ritrovare Massimo Corcione, il primo a credere in me nel mio anno a Sky. Poi mi sono trovata benissimo con chi dirige effettivamente Dazn, Veronica Diquattro e Ughetta Ercolano, due donne che mi servono da esempio per restare me stessa cercando di ottenere il massimo dal mio lavoro".

È ambiziosa?

"Lo sono e non credo ci sia nulla di male. L'importante è che l'ambizione non diventi la mia rovina".

C'è stato un momento in cui ha pensato di non farcela?

"Sì, dopo Sky sono rimasta a casa un anno e mezzo. Mi sentivo come una bambina a cui si era rotto il giocattolo più desiderato un attimo dopo averlo ricevuto. Ma quello stop è stato determinante. Anche in quel periodo mi sono tenuta in allenamento, osservando, analizzando, studiando il lavoro degli altri giornalisti, prendevo quello che mi interessa facendolo mio a modo mio. Punti di riferimento? Ilaria D'Amico, una donna forte, empatica e capace di mangiarsi la telecamera, che si approccia a un pubblico prettamente maschile con autorevolezza".

C'è uno stile che non le piace?

"Senza fare nomi, non mi piace quando un conduttore si sente più importante dell'evento".

Parlava dell'autorevolezza della D'Amico. Per una donna è più difficile riuscire ad ottenerla?

"Il binomio calcio-donna giornalista mi sembra vada ormai per la maggiore. Dazn punta molto anche su questo aspetto inclusivo, fondamentale nel messaggio che vuole lanciare. Qui si lavora davvero di squadra e anche sul fronte femminile c'è voglia di dare un segnale, siamo sempre di più, tutte brave e preparate e la competizione è stimolante e divertente. Le critiche poi ci sono per tutti: quelle superficiali non mi toccano, soffro soltanto quando arrivano da persone a cui ho voluto bene che lo fanno per invidia".

Qualche offesa che le ha dato particolarmente fastidio?

"Quando sento dire 'è arrivata lì perché è andata con qualcuno' non sono contenta... Ecco, questa gente la sbatterei al muro! Vorrei rispondere: 'Ah sì? Vieni un paio di giorni con me a vedere che vita faccio, quanto impegno, quanto studio, e se davvero avevo bisogno di andare con qualcuno'. Io detesto gli uomini che approfittano delle donne per i loro scopi personali promettendo mari e monti. Se ne inquadro uno lo combatto, a costo di bruciarmi".

Ha già nuovi obiettivi?

"Mi piacerebbe rifare un Mondiale, questa volta con l'Italia. Poi un giorno potrei anche fare altro".

Qualcosa di non legato allo sport?

"Sì, magari la conduzione di un programma leggero che faccia uscire anche il lato di me che ora resta in ombra".

Quale?

"Sono molto autoironica, sono buffa, non ho granché della femme fatale sexy. Mi divertirebbe mettermi in gioco anche da questo punto di vista?

Da Dazn a Sanremo?

"Beh, prima un po' di strada va fatta. Ma se Amadeus si accorge di me non mi tirerei certo indietro".

Da ragazzina era attratta dal giornalismo o dalla TV?

"Io ho sempre voluto fare la giornalista sportiva. Ho iniziato a 17 anni scrivendo per il Corriere Laziale, giravo i campi di tutta Roma e dintorni e a 19 anni avevo già il tesserino da pubblicista. Poi mi ha chiamato Roma Channel ed è iniziato il mio percorso televisivo. Sky, Rai, Mediaset e ora Dazn. In questo senso sono un po' l'Ibra della TV".

Ah però...

"Non mi riferisco al talento, quello possono solo giudicarlo gli altri, però anche io ho cambiato spesso maglia vivendo sempre avventure importanti".

C'è qualcosa che le fa paura?

"La morte. Non la mia, quella dei miei cari. Ci convivo, ma è il senso di ignoto e di impotenza che mi spaventa".

Tende a voler controllare tutto?

"Mi piacerebbe, ma in realtà vivo in un mondo molto mio, un po' tra le nuvole. Posso sembrare anche svampita, perché mi focalizzo solo su quello che mi interessa davvero".

Canta in macchina?

"Sì, se sono da sola, troppo stonata".

Si è trasferita a Milano a 26 anni, che cosa le ha portato questa città?

"La possibilità di fare questo lavoro ad alto livello e per questo ringrazierò sempre Mediaset per aver creduto in me. Poi è arrivato il mio compagno di vita (il giornalista Alessio Conti, ndr) che mi ha dato un po' di stabilità. Inoltre a Milano ho avuto modo di interfacciarmi con un mondo più aperto al futuro e all'innovazione rispetto a Roma, un mondo più veloce: ogni tanto ancora mi ritrovo ad inseguire, ma compenso con l'ironia e un po' di presunzione positiva".

A Milano è arrivata anche una certa notorietà...

"Mah. Sì, qualcuno per strada mi ferma ma la cosa non mi ha fatto cambiare di una virgola. Non sarei capace di farlo nemmeno volendo. Non ho mai pensato 'qui è meglio che non balli perché poi chissà che pensano', credo di dover essere giudicata solo per quello che faccio nel mio lavoro, per il resto pazienza".

La domanda è banale ma lei sia sincera: quanto ha contato l'aspetto fisico per arrivare dove è oggi?

"Dire niente sarebbe ipocrita, dire tutto sarebbe falso. Indubbiamente ha avuto la sua rilevanza. Essendo il pubblico prettamente maschile, apprezza di più una bella presenza".

Questo le costa qualche sacrificio?

"Non direi, sono sempre stata attenta alla cura di me stessa, a prescindere dal mio lavoro. Alla fine l'allenamento, il trattamento, sono cose divertenti. L'alimentazione? Ecco, quella forse la curo meno di quanto dovrei... Il problema è che non so cucinare, quindi mangio schifezze".

E' vero che il suo compagno la pressa per avere figli?

"No, non lo ha mai detto lui e non l'ho mai detto io! Adesso non sentiamo questa necessità, si sta tanto bene a casa, io e lui a goderci il momento, circondati dal silenzio".

A proposito di silenzio, uno dei suoi tatuaggi recita 'Enjoy the Silence'.

"È il titolo di una canzone dei Depeche Mode che adoro, ma è anche una metafora di vita a cui aspiro. Godere del silenzio vuol dire anche saper stare in pace con se stessi e non è per niente facile".

Se non avesse fatto la giornalista, oggi sarebbe?

"Un avvocato. Avevo anche iniziato a frequentare Giurisprudenza, poi ho interrotto perché non riuscivo a fare tutto, ma è un mestiere che fa emergere la tua cazzimma e la tua preparazione. E questo mi piace. Sempre".

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