Intervistato dal Corriere della Sera, Giacomo Poretti ripercorre le tappe più importanti della sua carriera. L'attore ricorda anche di essere stato vittima di bullismo: "Per l’altezza. Una volta ho reagito in maniera scomposta. Frequentavo le serali, perché di mattina lavoravo in fabbrica: avevo cominciato dopo la licenza media e tre mesi ai geometri, i miei genitori mi avevano fatto capire che era meglio se lavoravo. Al professionale c’era uno grande che mi prendeva sempre per i fondelli: è arrivato il tappetto, il piccoletto... Quella volta non ci vidi più. Lui era seduto al suo banco, io lo raggiunsi e gli scaraventai contro la scrivania. Cadde all’indietro e batté forte la testa: per cinque secondi non si mosse. Poi si riprese, non mi insultò più. Ho ancora paura se ci ripenso. A mia discolpa posso citare papa Francesco quando ammise: è vero che non si può reagire violentemente, ma se un mio amico dice una parolaccia contro la mia mamma lo aspetta un pugno!".
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Giacomo Poretti: “Un bullo mi perseguitava, ecco come reagii. A mia discolpa…”
Intervistato dal Corriere della Sera, Giacomo Poretti ripercorre le tappe più importanti della sua carriera

Censure?
«Sì. Ai tempi di Cielito lindo, era il 1993, quando facevamo i vecchietti, dedicammo un “sai che?” a Sandra Milo, che aveva già 60 anni. La battuta era: sai che Sandra Milo è incinta? E sai cosa ha detto il figlio appena è nato? Ciao nonna! Una cosa innocente, giocata sul fatto che con la provetta si poteva fare un figlio a qualsiasi età. Ci avvertirono: se lo dite chiudiamo il programma. Cedemmo».
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