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Francesca Fialdini: “Juventina folle, Baggio nel cuore. Ammiro Sofia Goggia”

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Francesca Fialdini, conduttrice TV Rai, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport raccontando la sua passione juventina

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Francesca Fialdini, conduttrice TV Rai, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport raccontando la sua passione per il calcio, in particolare per la Juventus.

«Lo spirito critico resta nel privato di casa. Per il resto tanto tifo. In famiglia siamo tutti infettati di questo virus juventino».

Parliamone. Partiamo dagli inizi.

«Sono cresciuto ovviamente col mito della squadra di Tacconi, Cabrini, Scirea, Platini. C’erano i poster, chiunque sia venuto dopo è stato paragonato a quelli».

Il campione del cuore?

«L’orgoglio (parola che Francesca ripete spesso nella lunga chiacchierata) per me è Roberto Baggio juventino».

Orgoglio sono anche Gigi Buffon e Federico Bernardeschi, figli della sua terra.

«Assolutamente. Gigi l’ho conosciuto bene: è un mito, una leggenda, un vanto per il nostro territorio. Ma anche Federico che quando si è sposato ha ricevuto un affetto straordinario. E’ un orgoglio per tutta la provincia quando qualcuno emerge».

E di sportivi ne avete, eh...

«Sì, penso a Cristiano Zanetti, come a Francesca Piccinini e Maurizia Cacciatori nel volley».

Chi conosce meglio di tutti?

«Direi Francesca perché da ragazze frequentavamo lo stesso bagno, “La Vela” a Poveromo. E pure io sono molto attaccata alla mia terra, d’estate ci passo parecchio tempo».

Torniamo alla Juve: si è passati da Cristiano Ronaldo alle delusioni recenti. Stregata da CR7?

«Sono sincera. Non ho mai creduto nell’acchiappo di Ronaldo come un qualcosa che avrebbe fatto bene alla squadra. Si sono rotti certi equilibri, a tal punto che ci vuole tanto tempo per ricostruire lo spirito vincente. L’ho patita la scelta di Ronaldo».

Ora se ne va pure Dybala.

«Era nell’aria. Mi dispiace che questo rapporto si interrompa, ma si era anche infortunato tanto. Gli farà bene cambiare aria. Ma dovrà cambiare pure la Juve. Serve un altro attaccante e va rinforzato il centrocampo. Io spero nel ritorno di Pogba».

Ma Vlahovic?

«Certo, è forte, ma ne serve un altro».

Obiettivi?

«Il terzo posto, Uscire agli ottavi di Champions fa molto male. Io penso che Allegri stia già pensando a costruire la Juve del futuro, è anche vero che non abbiamo una precisa identità di gioco».

Basta calcio. Vogliamo parlare di sci? La sua seconda scelta...

«Certo. Li ho messo ai piedi la prima volta che avevo 6 anni e mezzo. Papà organizzava le settimane bianche per i dipendenti comunali. Dolomiti, Sestriere. Ma si sciava anche all’Abetone, Cerreto, Zeri. Mi sono molto appassionata. Sono cresciuta col mito di Deborah Compagnoni».

L’ha mai avuta ospite nel suo programma?

«Ancora non ce l’ho fatta. Ma ci riprovo ora, attraverso la Gazzetta. Promessa: niente gossip. Non amo le forzature, tutti siamo figli delle nostre ferite e delle nostre gioie. Raccontarsi deve venire naturale. Vorrei sapere da lei la chiave dello spirito che ha messo nel fare le cose, nel diventare questa campionessa straordinaria».

Oggi viviamo dei successi di Federica Brignone e Sofia Goggia.

«Della Brignone ammiro soprattutto la compostezza. Della Goggia il coraggio, questa voglia di non aver mai paura nell’andare così veloce. Il loro duello, l’infinita competizione, penso faccia bene all’una e all’altra».

Ha avuto ospiti sportivi la domenica su Rai 1?

«Solo il c.t. della Nazionale di calcio Roberto Mancini. Eravamo in pandemia. Mi piace molto per lo spirito che ha creato attorno alla squadra e per quello che riesce a tirar fuor dai suoi ragazzi. Ha un ottimo aplomb anche nella sconfitta. Avere ospiti sportivi non è semplice, soprattutto la domenica in cui si svolge tantissima attività».

Parliamo di «Fame d’amore». Sul tema si è buttata a capofitto, mettendo tutta se stessa, anima e cuore, senza pensare al ruolo di conduttrice-protagonista. Si dice che l’alimentazione sia alla base dei successi sportivi. Lei che insegnamenti ha tratto da questo percorso?

«Che testa e cibo vanno di pari passo. Aveva ragione il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach che sosteneva che “l’uomo è ciò che mangia”. Il corpo segue la mente, ma la mente segue il corpo. Noi siamo quello che ci sentiamo. I cibi entrano dalla bocca, ma poi arrivano al cervello. Io non sono una salutista, mangio tutto, pure i dolci. Ho un metabolismo veloce, non ingrasso Quando vado a casa, non evito lardo di colonnata, ragù, i mitici tordelli, baccalà e pure il biroldo, un salame che si fa col sangue del maiale. Ho tolto un po’ le carni rosse, ma per altre idee legate al rispetto degli allevamenti e ho aggiunto l’avocado».

L’8 aprile sarà accanto a Francesco Gabbani, suo conterraneo, altro orgoglio della vostra terra, in «Ci vuole un fiore», show in prima serata su Rai 1. Cosa farete?

«Ci sono tante cose che ci legano, come la conoscenza con alcuni musicisti da quando eravamo ragazzi, ma anche l’amicizia tra le nostre mamme. Il tema sarà l’ambiente. Certo, questa guerra fa pensare che torneremo un po’ indietro, si decelera, anziché accelerare. Ma noi penseremo ad avere un minore impatto ambientale. E lui, Francesco, canterà tutte canzoni a tema sull’ambiente».

Lei non si ferma mai. Lavora tantissimo, su tanti fronti. Cosa rappresenta il lavoro?

«Ha ragione, non mi tiro mai indietro. Per lavorare significa esistere»

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